Page 858 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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San Giovambatista e Santo Stefano. E dopo fece (e questa fu l'ultima
pittura che facesse) un quadro d'una Lucrezia romana, che fu cosa divina e
delle migliori che mai fusse veduta di sua mano; ma come si sia è stato
trafugato che non si sa dove sia. È di sua mano anco un quadro di certe

ninfe, che oggi è in casa di Messer Niccolò Buffolini a Città di Castello; et
una culla di putti, che fu fatta per la signora Angiola de' Rossi da Parma,
moglie del signor Alessandro Vitelli, la quale è similmente in Città di
Castello.

Francesco finalmente, avendo pur sempre l'animo a quella sua alchimia,
come gl'altri che le impazzano dietro una volta, et essendo di delicato e

gentile, fatto con la barba e chiome lunghe e mal conce, quasi un uomo
sabatico et un altro da quello che era stato, fu assalito, essendo mal
condotto e fatto malinconico e strano, da una febre grave e da un flusso
crudele, che lo fecero in pochi giorni passare a miglior vita. Et a questo

modo pose fine ai travagli di questo mondo, che non fu mai conosciuto da
lui se non pieno di fastidii e di noie. Volle essere sepolto nella chiesa de'
frati de' Servi, chiamata la Fontana, lontana un miglio da Casalmaggiore;
e, come lasciò, fu sepolto nudo con una croce d'arcipresso sul petto in alto.

Finì il corso della sua vita a dì 24 d'agosto 1540, con gran perdita dell'arte
per la singolar grazia che le sue mani diedero alle pitture che fece. Si
dilettò Francesco di sonar di liuto et ebbe in ciò tanto la mano e l'ingegno
accomodato, che non fu in quello manco eccellente che nella pittura. Ma è

ben vero che se non avesse lavorato a capriccio et avesse messo da canto
le sciocchezze degl'alchimisti, sarebbe veramente stato dei più rari et
eccellenti pittori dell'età nostra. Non niego che il lavorare a furori e quando
se n'ha voglia non sia il miglior tempo, ma biasimo bene il non voler

lavorare mai, o poco, et andar perdendo il tempo in considerazioni; atteso
che il voler truffare e dove non si può aggiugnere pervenire, è spesso
cagione che si smarrisce quello che si sa, per volere quello che non si può.
Se Francesco, il quale ebbe dalla natura bella e graziosa maniera e spirito

vivacissimo, avesse seguitato di fare giornalmente, arebbe acquistato di
mano in mano tanto nell'arte, che sì come diede bella e graziosa aria alle
teste e molta leggiadria, così arebbe di perfezzione, di fondamento e bontà
nel disegno, avanzato se stesso e gl'altri.

Rimase dopo lui Ieronimo Mazzuoli suo cugino, che imitò sempre la
maniera di lui con suo molto onore, come ne dimostrano l'opere che sono

di sua mano in Parma. A Viadana ancora, dove egli si fuggì con Francesco
per la guerra, fece in San Francesco, luogo de' Zoccoli, così giovanetto
come era, in una tavolina, una bellissima Nunziata. Et un'altra ne fece in

Santa Maria ne' Borghi. In Parma ai frati di San Francesco conventuali fece
la tavola dell'altar maggiore, dentrovi Giovacchino cacciato del tempio, con
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