Page 853 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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E perché tutte le cose che s'appressano allo specchio crescono, e quelle
che si allontanano diminuiscono, vi fece una mano che disegnava un poco
grande, come mostrava lo specchio, tanto bella che pareva verissima; e
perché Francesco era di bellissima aria et aveva il volto e l'aspetto grazioso
molto e più tosto d'Angelo che d'uomo, pareva la sua effigie in quella palla
una cosa divina. Anzi gli successe così felicemente tutta quell'opera, che il
vero non istava altrimenti che il dipinto, essendo in quella il lustro del
vetro, ogni segno di riflessione, l'ombre et i lumi sì propri e veri, che più
non si sarebbe potuto sperare da umano ingegno.
Finite queste opere, che furono non pure dai suo' vecchi tenute rare, ma da
molti altri che s'intendevano dell'arte, stupende e maravigliose, et
incassato i quadri et il ritratto, accompagnato da uno de' suoi zii, si
condusse a Roma. Dove, avendo il datario veduti i quadri e stimatigli
quello che erano, furono subito il giovane et il zio introdotti a papa
Clemente, il quale vedute l'opere e Francesco così giovane, restò
stupefatto e con esso tutta la corte. Appresso, Sua Santità, dopo avergli
fatto molti favori, disse che voleva dare a dipignere a Francesco la sala de'
pontefici, della quale aveva già fatto Giovanni da Udine di stucchi e di
pitture tutte le volte. Così dunque, avendo donato Francesco i quadri al
Papa et avute, oltre alle promesse, alcune cortesie e doni, stimolato dalla
gloria, dalle lodi che si sentiva dare e dall'utile che poteva sperare da tanto
pontefice, fece un bellissimo quadro d'una Circoncisione, del quale fu
tenuta cosa rarissima la invenzione, per tre lumi fantastichi che a quella
pittura, servivano perché le prime figure erano alluminate dalla vampa del
volto di Cristo, le seconde ricevevano lume da certi che, portando doni al
sacrifizio, caminavano per certe scale con torce accese in mano, e l'ultime
erano scoperte et illuminate dall'aurora, che mostrava un leggiadrissimo
paese con infiniti casamenti. Il quale quadro finito, lo donò al Papa, che
non fece di questo come degl'altri, perché avendo donato il quadro di
Nostra Donna a Ipolito cardinale de' Medici suo nipote, et il ritratto nello
specchio a Messer Pietro Aretino poeta e suo servitore, e quello della
Circoncisione ritenne per sé, e si stima che poi col tempo l'avesse
l'imperatore; ma il ritratto dello specchio mi ricordo, io essendo giovinetto,
aver veduto in Arezzo nelle case di esso Messer Pietro Aretino, dove era
veduto dai forestieri, che per quella città passavano, come cosa rara.
Questo capitò poi, non so come, alle mani di Valerio Vicentino intagliatore
di cristallo, et oggi è appresso Alessandro Vittoria, scultore in Vinezia e
creato di Iacopo Sansovino.
Ma tornando a Francesco, egli studiando in Roma volle vedere tutte le cose
antiche e moderne, così di scultura come di pittura, che erano in quella
città; ma in somma venerazzione ebbe particolarmente quelle di