Page 851 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI FRANCESCO MAZZUOLI PITTORE PARMIGIANO
Fra molti che sono stati dotati in Lombardia della graziosa virtù del disegno
e d'una certa vivezza di spirito nell'invenzioni, e d'una particolar maniera di
far in pittura bellissimi paesi, non è da posporre a nessuno, anzi da
preporre a tutti gl'altri, Francesco Mazzuoli parmigiano, il quale fu dal cielo
largamente dotato di tutte quelle parti che a un eccellente pittore sono
richieste, poiché diede alle sue figure, oltre quello che si è detto di molti
altri, una certa venustà, dolcezza e leggiadria nell'attitudini, che fu sua
propria e particolare. Nelle teste parimente si vede che egli ebbe tutte
quelle avvertenze che si dee, intanto che la sua maniera è stata da infiniti
pittori immitata et osservata, per aver'egli dato all'arte un lume di grazia
tanto piacevole, che saranno sempre le sue cose tenute in pregio, et egli
da tutti gli studiosi del disegno onorato. Et avesse voluto Dio ch'egli avesse
seguitato gli studii della pittura e non fusse andato dietro ai ghiribizzi di
congelare mercurio per farsi più ricco di quello che l'aveva dotato la natura
et il cielo, perciò che sarebbe stato sanza pari e veramente unico nella
pittura; dove cercando di quello che non poté mai trovare, perdé il tempo,
spregiò l'arte sua e fecesi danno nella propria vita e nel nome.
Nacque Francesco in Parma l'anno 1504, e perché gli mancò il padre
essendo egli ancor fanciullo di poca età, restò a custodia di due suoi zii,
fratelli del padre e pittori ammendue, i quali l'allevarono con grandissimo
amore, insegnandogli tutti quei lodevoli costumi che ad uomo cristiano e
civile si convengono. Dopo, essendo alquanto cresciuto, tosto che ebbe la
penna in mano per imparare a scrivere, cominciò, spinto dalla natura che
l'avea fatto nascere al disegno, a far cose in quello maravigliose; di che
accortosi il maestro che gl'insegnava a scrivere, persuase, vedendo dove
col tempo poteva arrivare lo spirito del fanciullo, ai zii di quello, che lo
facessero attendere al disegno et alla pittura. Laonde, ancor che essi
fusssero vecchi e pittori di non molta fama, essendo però di buon giudizio
nelle cose dell'arte, conosciuto Dio e la natura essere i primi maestri di
quel giovinetto, non mancarono con ogni acuratezza di farlo attendere a
disegnare sotto la disciplina d'eccellenti maestri, acciò pigliasse buona
maniera. E parendo loro nel continuare che fusse nato, si può dire, con i
pennelli in mano, da un canto lo sollecitavano e dall'altro, dubitando non
forse i troppi studii gli guastassero la complessione, alcuna volta lo
ritiravano. Ma finalmente, essendo all'età di sedici anni pervenuto, dopo
aver fatto miracoli nel disegno, fece in una tavola di suo capriccio, un San
Giovanni che battezza Cristo, il quale condusse di maniera, che ancora chi