Page 849 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI MARCO CALAVRESE PITTORE
Quando il mondo ha un lume in una scienza che sia grande,
universalmente ne risplende ogni parte, e dove maggior fiamma e dove
minore; e secondo i siti e l'arie sono i miracoli ancora maggiori e minori; e
nel vero di continuo certi ingegni in certe provincie sono a certe cose atti,
ch'altri non possono essere. Né per fatiche, che eglino durino, arrivano però
mai al segno di grandissima eccellenza. Ma se quando noi veggiamo in
qualche provincia nascere un frutto che usato non sia a nascerci, ce ne
maravigliamo, tanto più d'uno ingegno buono possiamo rallegrarci, quando
lo troviamo in un paese dove non nascano uomini di simile professione.
Come fu Marco Calavrese pittore, il quale uscito della sua patria, elesse
come ameno e pieno di dolcezza per sua abitazione Napoli, se bene
indrizzato aveva il camino per venirsene a Roma et in quella ultimare il fine
che si cava dallo studio della pittura. Ma sì gli fu dolce il canto della
Serena, dilettandosi egli massimamente di sonare di liuto, e sì le molli
onde del Sebeto lo liquefecero, che restò prigione col corpo di quel sito fin
che rese lo spirito al cielo, et alla terra il mortale. Fece Marco infiniti lavori,
in olio et in fresco, et in quella patria mostrò valere più di alcuno altro che
tale arte in suo tempo esercitasse. Come ne fece fede quello che lavorò in
Aversa, dieci miglia lontano da Napoli, e particularmente nella chiesa di
Santo Agostino allo altar maggiore una tavola a olio, con grandissimo
ornamento; e diversi quadri con istorie e figure lavorate, nelle quali figurò
Santo Agostino disputare con gli eretici e di sopra e dalle bande storie di
Cristo e santi in varie attitudini. Nella quale opera si vede una maniera
molto continuata e che tira al buono delle cose della maniera moderna, et
un bellissimo e pratico colorito in essa si comprende. Questa fu una delle
sue tante fatiche che in quella città e per diversi luoghi del regno fece.
Visse di continuo allegramente, e bellissimo tempo si diede. Però che non
avendo emulazione, né contrasto degl'artefici nella pittura, fu da que'
signori sempre adorato, e delle cose sue si fece con bonissimi pagamenti
sodisfare. Così, pervenuto a gli anni 56 di sua età, d'uno ordinario male finì
la sua vita. Lasciò suo creato Giovanni Filippo Crescione pittor napolitano, il
quale in compagnia di Lionardo Castellani suo cognato, fece molte pitture e
tuttavia fanno: dei quali per esser vivi et in continuo essercizio, non accade
far menzione alcuna.
Furono le pitture di maestro Marco da lui lavorate dal 1508 fino al 1542.
Fu compagno di Marco un altro calavrese, del quale non so il nome, il quale
in Roma lavorò con Giovanni, da Udine lungo tempo e fece da per sé molte
opere in Roma, e particolarmente facciate di chiaro scuro. Fece anche nella