Page 844 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DEL MORTO DA FELTRO PITTORE E DI ANDREA DI COSIMO
FELTRINI


Morto, pittore da Feltro, il quale fu astratto nella vita come era nel cervello

e nelle novità nelle grottesche ch'egli faceva, le quali furono cagione di
farlo molto stimare, si condusse a Roma nella sua giovanezza in quel
tempo che il Pinturicchio per Alessandro VI dipigneva le camere papali, et

in Castel Sant'Angelo, le logge e stanze da basso nel torrione e sopra altre
camere. Per che egli, che era maninconica persona, di continuo alle
anticaglie studiava, dove spartimenti di volte et ordini di facce alla
grottesca vedendo e piacendogli, quelle sempre studiò. E sì i modi del girar
le foglie all'antica prese, che di quella professione a nessuno fu al suo

tempo secondo. Per il che non restò di vedere sotto terra ciò che poté in
Roma di grotte antiche et infinitissime volte. Stette a Tivoli molti mesi
nella villa Adriana disegnando tutti i pavimenti e grotte, che sono in quella

sotto e sopra terra. E sentendo che a Pozzuolo, nel Regno, vicino a Napoli
dieci miglia, erano insieme muraglie piene di grottesche, di rilievo, di
stucchi e dipinte, antiche, tenute bellissime, attese parecchi mesi in quel
luogo a cotale studio. Né restò che in Campana, strada antica in quel
luogo, piena di sepolture antiche, ogni minima cosa non disegnasse; et

ancora al Trullo, vicino alla marina, molti di quei tempii e grotte sopra e
sotto ritrasse. Andò a Baia et a Mercato di Sabato, tutti luoghi pieni
d'edificii guasti e storiati, cercando di maniera che con lunga et amorevole

fatica in quella virtù crebbe infinitamente di valore e di sapere. Ritornato
poi a Roma, quivi lavorò molti mesi et attese alle figure, parendogli che di
quella professione egli non fosse tale, quale nel magisterio delle grottesche
era tenuto. E poi che era venuto in questo desiderio, sentendo i romori che
in tale arte avevano Lionardo e Michelagnolo per li loro cartoni fatti in

Fiorenza, subito si mise per andare a Fiorenza; e vedute l'opere, non gli
parve poter fare il medesimo miglioramento, che nella prima professione
aveva fatto. Laonde egli ritornò a lavorare alle sue grottesche.

Era allora in Fiorenza Andrea di Cosimo de' Feltrini pittor fiorentino,
giovane diligente, il quale raccolse in casa il Morto, e lo trattenne con
molto amorevoli accoglienze. E piaciutoli i modi di tal professione, volto

egli ancora l'animo a quello esercizio, riuscì molto valente, e più del Morto
fu col tempo raro et in Fiorenza molto stimato come si dirà di sotto. Per
ch'egli fu cagione che il Morto dipignesse a Pier Soderini, allora

gonfaloniere, la camera del palazzo a quadri di grottesche, le quali
bellissime furono tenute; ma oggi, per racconciar le stanze del duca
Cosimo, sono state ruinate e rifatte. Fece a maestro Valerio frate de' Servi,
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