Page 882 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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venerazione. Ritrasse in Vinezia Messer Alessandro Contarino, procuratore
di S. Marco e provveditore dell'armata; e Messer Michele San Michele per
un suo carissimo amico, che portò quel ritratto ad Orvieto; et un altro, si
dice, che ne fece del medesimo Messer Michele architetto, che è ora
appresso Messer Paulo Ramusio figliuolo di Messer Giovambatista. Ritrasse
il Fracastoro celebratissimo poeta ad instanza di monsignor Giberti, che lo
mandò al Giovio, il quale lo pose nel suo museo. Fece il Moro molte altre
cose, delle quali non accade far menzione, come che tutte sieno dignissime
di memoria, per essere stato così diligente coloritore quanto altro che visse
a' tempi suoi, e per avere messo nelle sue opere molto tempo e fatica.
Anzi tanta diligenza era in lui, come si vede anco talora in altri, che più
tosto gli dava biasimo, atteso che tutte l'opere accettava e da ognuno
l'arra, e poi le finiva quando Dio voleva. E se così fece in giovanezza, pensi
ogni uomo quello che dovette fare negl'ultimi anni, quando, alla sua
natural tardità, s'aggiunse quella che porta seco la vecchiezza. Per lo quale
suo modo di fare, ebbe spesso con molti degl'impacci e delle noie più che
voluto non arebbe. Onde mossosi a compassione di lui Messer Michele San
Michele, se lo tirò in casa in Vinezia e lo trattò come amico e virtuoso.
Finalmente richiamato il Moro dai conti Giusti suoi vecchi padroni in
Verona, si morì appresso di loro nei bellissimi palazzi di Santa Maria in
Stella e fu sepolto nella chiesa di quella villa, essendo accompagnato da
tutti quegli amorevolissimi signori alla sepoltura; anzi riposto dalle loro
proprie mani con affezzione incredibile, amandolo essi come padre, sì come
quelli erano nati e cresciuti mentre egli stava in casa loro.
Fu il Moro nella sua giovanezza destro e valoroso della persona e
maneggiò benissimo ogni sorte d'arme. Fu fedelissimo agl'amici e patroni
suoi, et ebbe spirito in tutte le sue azzioni. Ebbe amici particolari Messer
Michele San Michele architetto, il Danese da Carrara scultore eccellente, et
il molto reverendo e dottissimo fra' Marco de' Medici, il quale dopo i suoi
studii andava spesso a starsi col Moro per vederlo lavorare e ragionar seco
amichevolmente, per ricrear l'animo quando era stracco negli studi.
Fu discepolo e genero del Moro (avendo egli avuto due figliuole) Battista
d'Agnolo, che fu poi detto Battista del Moro, il quale, se bene ebbe che fare
un pezzo per l'eredità che gli lasciò molto intrigata il Moro, ha lavorato
nondimeno molte cose che non sono se non ragionevoli. In Verona ha fatto
un San Giovambatista, nella chiesa delle monache di San Giuseppo; et a
fresco in Santa Eufemia, nel tramezzo sopra l'altare di San Paulo, l'istoria di
quel Santo quando, convertito da Cristo, s'appresenta ad Anania; la quale
opera, se ben fece essendo giovinetto, è molto lodata. Ai signori conti
Canossi dipinse due camere et in una sala due fregi di battaglie, molto belli