Page 886 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che tengono in un cerchio grande un nome di Gesù, e nel refettorio di detti
frati, è in un quadro di tela grande quanto la facciata da capo il Salvatore
in mezzo ai dodici Apostoli in prospettiva, che son bellissimi e fatti con
molte considerazioni; infra i quali è Giuda traditore con viso tutto differente
dagl'altri, e con attitudine strana; e gl'altri tutti intenti a Gesù, che parla
loro, essendo vicino alla sua Passione; dalla parte destra di quest'opera è
un San Francesco grande quanto il naturale, che è figura bellissima e che
rappresenta nel viso la santimonia stessa, e quella che fu propria di quel
santissimo uomo; il quale Santo presenta a Cristo il marchese Francesco,
che gli è a' piedi inginocchioni ritratto di naturale con un saio lungo,
secondo l'uso di que' tempi, faldato e crespo, e con ricami a croci bianche,
essendo forse egli allora capitano de' viniziani. Avanti al marchese detto è
ritratto il suo primogenito, che fu poi il duca Federigo allora fanciullo
bellissimo con le mani giunte; dall'altra parte è dipinto un S. Bernardino
simile in bontà alla figura di S. Francesco, il quale similmente presenta a
Cristo il cardinale Sigismondo Gonzaga, fratello di detto Marchese, in abito
di cardinale, e ritratto anch'egli dal naturale, col rocchetto, e posto
ginocchioni; et innanzi a detto cardinale, che è bellissima figura, è ritratta
la signora Leonora, figlia del detto Marchese allora giovinetta, che fu poi
Duchessa d'Urbino, la quale opera tutta è tenuta da i più eccellenti pittori
cosa maravigliosa.
Dipinse il medesimo una tavola d'un S. Sebastiano, che poi fu messa alla
Madonna delle Grazie fuor di Mantoa; et in questa pose ogni estrema
diligenza e vi ritrasse molte cose dal naturale. Dicesi che andando il
Marchese a vedere lavorare Francesco mentre faceva quest'opera (come
spesso era usato di fare), che gli disse: "Francesco, se' si vuole in fare
questo Santo pigliare l'essempio da un bel corpo". A che rispondendo
Francesco: "Io vo immitando un fachino, di bella persona, il qual lego a mio
modo per fare l'opera naturale". Soggiunse il Marchese: "Le membra di
questo tuo Santo non somigliano il vero, perché non mostrano essere tirate
per forza, né quel timore che si deve imaginare in un uomo legato e
saettato; ma dove tu voglia mi dà il cuore di mostrarti quello che tu dei
fare, per compimento di questa figura". "Anzi ve ne prego, signore", disse
Francesco, et egli: "Come tu abbi qui il tuo fachino legato, fammi chiamare,
et io ti mostrerò quello che tu dei fare". Quando dunque ebbe il seguente
giorno legato Francesco il fachino in quella maniera che lo volle, fece
chiamare segretamente il Marchese, non però sapendo quello che avesse
in animo di fare. Il Marchese dunque uscito d'una stanza, tutto infuriato con
una balestra carica corse alla volta del fachino, gridando ad alta voce:
"Traditore, tu se' morto, io t'ho pur colto dove io voleva", et altre simili
parole; le quali udendo il cattivello fachino, e tenendosi morto, nel volere