Page 888 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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essendo i medesimi dietro a farglielo rubar un dì di San Biagio in San
Nazzaro a una festa, perché ne fu fatto avertito il padrone, non riuscì loro il
disegno.

Dipinse Francesco in San Polo di Verona una tavola a guazzo, che è molto
bella, et un'altra in San Bernardino, alla capella de' Bandi, bellissima. In
Mantoa lavorò per Verona in una tavola che è alla capella dove è sepolto

San Biagio, nella chiesa di San Nazzaro de' monaci neri, due bellissimi nudi,
et una Madonna in aria col Figliuolo in braccio, et alcuni Angeli, che sono
maravigliose figure. Fu Francesco di santa vita e nimico d'ogni vizio, intanto
che non volle mai non che altro dipignere opere lascive, ancor che dal

Marchese ne fusse molte volte pregato. E simili a lui furono in bontà i
fratelli, come si dirà a suo luogo. Finalmente Francesco, essendo vecchio e
patendo d'orina, con licenza del Marchese e per consiglio di medici andò
con la moglie e con servitori a pigliar l'acqua de' bagni di Caldero sul

veronese; là dove, avendo un giorno presa l'acqua, si lasciò vincere dal
sonno e dormì alquanto, avendolo in ciò per compassione compiaciuto la
moglie; onde sopravenutagli mediante detto dormire, che è pestifero a chi
piglia quell'acqua, una gran febre, finì il corso della vita a due dì di luglio

1519. Il che essendo significato al Marchese, ordinò subito, per un corriere,
che il corpo di Francesco fusse portato a Mantoa; e così fu fatto, quasi
contra la volontà de' veronesi, dove fu onoratissimamente sotterrato in
Mantoa, nella sepoltura della Compagnia segreta in San Francesco. Visse

Francesco anni 64; et un suo ritratto, che ha Messer Fermo, fu fatto quando
era d'anni cinquanta. Furono fatti in sua lode molti componimenti, e pianto
da chiunque lo conobbe come virtuoso e santo uomo che fu. Ebbe per
moglie madonna Francesca Gioachini veronese, ma non ebbe figliuoli.

Il maggiore d'i tre fratelli che egli ebbe, fu chiamato Monsignore, e perché
era persona di belle lettere, ebbe in Mantoa uffizii dal marchese di buone

rendite per amor di Francesco. Costui visse ottanta anni, e lasciò figliuoli,
che tengono in Mantoa viva la famiglia de' Monsignori. L'altro fratello di
Francesco ebbe nome al secolo Girolamo, e fra i Zoccolanti di San

Francesco fra' Cherubino, e fu bellissimo scrittore e miniatore. Il terzo, che
fu frate di San Domenico, osservante e chiamato fra' Girolamo, volle per
umiltà esser converso, e fu non pur di santa e buona vita, ma anco
ragionevole dipintore, come si vede nel convento di San Domenico in
Mantoa, dove, oltre all'altre cose, fece nel refettorio un bellissimo Cenacolo

e la passione del Signore, che per la morte sua rimase imperfetta. Dipinse
il medesimo quel bellissimo Cenacolo che è nel rifettorio de' monaci di San
Benedetto, nella ricchissima badia che hanno in sul mantoano. In San

Domenico fece l'altare del Rosaio; et in Verona nel convento di Santa
Nastasia fece a fresco una Madonna, San Remigio vescovo e Santa
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