Page 903 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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cose, fece una palla grande di diametro quattro piedi, vota dentro e
coperto il difuori, che era di legno, con colla di nervi di bue, temperata in
modo che era fortissima, né si poteva temere in parte alcuna di rottura o
d'altro danno. Dopo, essendo questa palla, la quale dovea servire per una
sfera terrestre, benissimo compartita e misurata, con ordine e presenza del
Fracastoro e del Beroldi, medici ambidue e cosmografi et astrologi
rarissimi, si dovea colorire da Francesco per Messer Andrea Navagero,
gentiluomo viniziano e dottissimo poeta et oratore, il quale volea farne
dono al re Francesco di Francia, al quale dovea per la sua republica andar
oratore. Ma il Navagero, essendo a pena arrivato in Francia in sulle poste,
si morì, e quest'opera rimase imperfetta, la quale sarebbe stata cosa
rarissima, come condotta da Francesco e col consiglio e parere di due sì
grand'uomini. Rimase dunque imperfetta, e, che fu peggio, quello che era
fatto ricevette non so che guastamento in assenza di Francesco. Tuttavia
così guasta la comperò Messer Bartolomeo Lonichi, che non ha mai voluto
compiacerne alcuno ancor che ne sia stato ricerco con grandissimi preghi e
prezzo. N'aveva fatto Francesco innanzi a questa due altre minori, l'una
delle quali è in mano del Mazzanti arciprete del Duomo di Verona, e l'altra
ebbe il conte Raimondo dalla Torre, et oggi l'ha il conte Giovambatista suo
figliuolo che la tiene carissima; perché anco questa fu fatta con le misure
et assistenza del Fracastoro, il quale fu molto familiare amico del conte
Raimondo. Francesco finalmente, increscendogli la tanta diligenza che
ricercano i minii, si diede alla pittura et all'architettura, nelle quali riuscì
peritissimo, e fece molte cose in Vinezia et in Padoa.
Era in quel tempo il vescovo di Tornai, fiamingo nobilissimo e ricchissimo,
venuto in Italia per dare opera alle lettere, vedere queste provincie et
apparare le creanze e modi di vivere di qua. Per che trovandosi costui in
Padoa e dilettandosi molto di fabricare, come invaghito del modo di
fabricare italiano, si risolvé di portare nelle sue parti la maniera delle
fabriche nostre. E per poter ciò fare più comodamente, conosciuto il valore
di Francesco, se lo tirò appresso con onorato stipendio per condurlo in
Fiandra, dove avevano in animo di voler fare molte cose onorate. Ma
venuto il tempo di partire e già avendo fatto disegnare le maggiori e
migliori e più famose fabriche di qua, il poverello Francesco si morì,
essendo giovane e di bonissima speranza, lasciando il suo padrone, per la
sua morte, molto dolente. Lasciò Francesco un solo fratello, nel quale,
essendo prete, rimane estinta la famiglia dai Libri, nella quale sono stati
successivamente tre uomini in questa professione molto eccellenti. Et altri
discepoli non sono rimasi di loro che tenghino viva quest'arte, eccetto don
Giulio Clovio sopra detto, il quale l'apprese come abbian detto da Girolamo
quando lavorava a Candiana, essendo lì frate, et il quale l'ha poi inalzata a