Page 905 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI FRANCESCO GRANACCI PITTORE FIORENTINO


Grandissima è la ventura di quegli artefici che si accostano, o nel nascere o
nelle compagnie che si fanno in fanciullezza, a quegl'uomini che il cielo ha

eletto per segnalati e superiori agl'altri nelle nostre arti: atteso che fuor di
modo s'acquista e bella e buona maniera nel vedere i modi del fare e
l'opere degl'uomini eccellenti; senzaché anco la concorrenza e l'emulazione

ha, come in altro luogo si è detto, gran forza negl'animi nostri.
Francesco Granacci, adunque, del quale si è di sopra favellato, fu uno di
quegli che dal Magnifico Lorenzo de' Medici fu messo a imparare nel suo

giardino; onde avvenne che, conoscendo costui ancor fanciullo il valore e la
virtù di Michelagnolo, e quanto crescendo fusse per produrre grandissimi
frutti, non sapeva mai levarsegli d'attorno; anzi, con sommessione et

osservanza incredibile, s'ingegnò sempre di andar secondando quel
cervello. Di maniera che Michelagnolo fu forzato amarlo sopra tutti gl'altri
amici et a confidar tanto in lui, che a niuno più volentieri che al Granaccio
conferì mai le cose, né comunicò tutto quello che allora sapeva nell'arte.

E così essendo ambidue stati insieme di compagnia in bottega di Domenico
Grillandai, avvenne, perché il Granacci era tenuto dei giovani del Grillandai

il migliore e quegli che avesse più grazia nel colorire a tempera e maggior
disegno, che egli aiutò a Davitte e Benedetto Grillandai, fratelli di
Domenico, a finire la tavola dell'altare maggiore di Santa Maria Novella, la
quale per la morte di esso Domenico era rimasa imperfetta. Nel quale

lavoro il Granaccio acquistò assai. E dopo fece della medesima maniera che
è detta tavola, molti quadri che sono per le case de' cittadini, et altri che
furono mandati di fuori. E perché era molto gentile e valeva assai in certe
galanterie che per le feste di carnovale si facevano nella città, fu sempre in

molte cose simili dal Magnifico Lorenzo de' Medici adoperato; ma
particolarmente nella mascherata, che rappresentò il trionfo di Paulo Emilio
della vittoria, che egli ebbe, di certe nazzioni straniere; nella quale
mascherata, piena di bellissime invenzioni, si adoperò talmente il Granacci,

ancor che fusse giovinetto, che ne fu sommamente lodato. Né tacerò qui
che il detto Lorenzo de' Medici fu primo inventore, come altra volta è stato
detto, di quelle mascherate che rappresentano alcuna cosa e sono detti a
Firenze canti, non si trovando che prima ne fussero state fatte in altri

tempi.
Fu similmente adoperato il Granacci l'anno 1513 negl'apparati che si

fecero, magnifici e sontuosissimi, per la venuta di papa Leone Decimo de'
Medici, da Iacopo Nardi, uomo dottissimo e di bellissimo ingegno; il quale,
avendogli ordinato il magistrato degl'Otto di pratica che facesse una
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