Page 906 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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bellissima mascherata, fece rapresentare il trionfo di Camillo. La quale
mascherata, per quanto apparteneva al pittore, fu dal Granacci tanto bene
ordinata a bellezza et adorna, che meglio non può alcuno immaginarsi. E le
parole della canzona che fece Iacopo cominciavano:
Contempla in quanta gloria sei salita,
felice alma Fiorenza,
poi che dal ciel discesa
e quello che segue.
Fece il Granacci pel medesimo apparato, e prima e poi, molte prospettive
da comedia, e stando col Grillandaio lavorò stendardi da galea, bandiere et
insegne d'alcuni cavalieri a sproni d'oro nell'entrare publicamente in
Firenze, e tutto a spese de' capitani di Parte Guelfa, come allora si
costumava e si è fatto anco, non ha molto, a' tempi nostri. Similmente,
quando si facevano le potenze e l'armegerie, fece molte belle invenzioni
d'abbigliamenti et acconcimi. La quale maniera di feste che è propria de'
fiorentini et è piacevole molto vedendosi uomini quasi ritti del tutto a
cavallo, in sulle staffe cortissime, rompere la lancia con quella facilità che
fanno i guerrieri ben serrati nell'arcione, si fecero tutti per la detta venuta
di Leone a Firenze. Fece anco, oltre all'altre cose, il Granacci un bellissimo
arco trionfale dirimpetto alla porta di Badia, pieno di storie di chiaro scuro
con bellissime fantasie. Il quale arco fu molto lodato, e particolarmente per
l'invenzione dell'architettura e per aver finto, per l'entrata della via del
palagio, il ritratto della medesima porta di Badia con le scalee et ogni altra
cosa, che tirata in prospettiva non era dissimile la dipinta e posticcia dalla
vera e propria. E per ornamento del medesimo arco fece di terra alcune
figure di rilievo di sua mano bellissime, et in cima all'arco in una grande
inscrizione, queste parole: "Leoni X pontifici maximo fidei cultori".
Ma per venire oggimai ad alcune opere del Granacci che sono in essere,
dico che, avendo egli studiato il cartone di Michelagnolo, mentre che esso
Buonarroto per la sala grande di palazzo il faceva, acquistò tanto e di tanto
giovamento gli fue, che, essendo Michelagnolo chiamato a Roma da papa
Giulio Secondo perché dipignesse la volta della capella di palazzo, fu il
Granacci de' primi, ricerchi da Michelagnolo, che gl'aiutassero colorire a
fresco quell'opera, secondo i cartoni che esso Michelagnolo avea fatto.
Bene è vero che, non piacendogli poi la maniera né il modo di fare di
nessuno, trovò via senza licenziarli, chiudendo la porta a tutti e non si
lasciando vedere, che tutti se ne tornarono a Fiorenza; dove dipinse il