Page 911 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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cittadini, nell'Opera di Santa Maria del Fiore per architetto, diede il disegno
di fare il ballatoio che cigne intorno la cupola; il quale Pippo Brunelleschi,
sopragiunto dalla morte, aveva lasciato a dietro. E benché egli avesse anco
di questo fatto il disegno, per la poca diligenza de' ministri dell'Opera,
erano andati male e perduti. Baccio adunque, avendo fatto il disegno e
modello di questo ballatoio, mise in opera tutta la banda che si vede verso
il canto de' Bischeri. Ma Michelagnolo Buonarroti, nel suo ritorno da Roma,
veggendo che nel farsi quest'opera si tagliavano le morse che aveva
lasciato fuori non senza proposito Filippo Brunelleschi, fece tanto rumore
che si restò di lavorare, dicendo esso che gli pareva che Baccio avesse
fatto una gabbia da grilli, e che quella machina sì grande richiedeva
maggior cosa e fatta con altro disegno, arte e grazia che non gli pareva
che avesse il disegno di Baccio, e che mostrarebbe egli come s'aveva da
fare. Avendo dunque fatto Michelagnolo un modello, fu la cosa lungamente
disputata fra molti artefici e cittadini intendenti davanti al cardinale Giulio
de' Medici. E finalmente non fu, né l'un modello, né l'altro messo in opera.
Fu biasimato il disegno di Baccio in molte parti, non che di misura in quel
grado non stesse bene, ma perché troppo diminuiva a comparazzione di
tanta machina. E per queste cagioni non ha mai avuto questo ballatoio il
suo fine.
Attese poi Baccio a fare i pavimenti di Santa Maria del Fiore, et altre sue
fabriche, che non erano poche, tenendo egli cura particolare di tutti i
principali monasterii e conventi di Firenze, e di molte case di cittadini
dentro e fuori della città.
Finalmente vicino a 83 anni, essendo anco di saldo e buon giudizzio, andò
a miglior vita nel 1543, lasciando Giuliano, Filippo e Domenico suoi figliuoli,
dai quali fu fatto sepellire in San Lorenzo.
De' quali suoi figliuoli, che tutti dopo Baccio atteser all'arte dell'intaglio e
falegname, Giuliano, che era il secondo, fu quegli che con maggiore studio,
vivendo il padre, e dopo, attese all'architettura. Onde col favore del duca
Cosimo succedette nel luogo del padre all'Opera di Santa Maria del Fiore, e
seguitò non pure in quel tempio quello che il padre avea cominciato, ma
tutte l'altre muraglie ancora, le quali per la morte di lui erano rimase
imperfette. Et avendo in quel tempo Messer Baldassarre Turini da Pescia a
collocare una tavola di mano di Raffaello da Urbino nella principale chiesa
di Pescia, di cui era proposto, e farle un ornamento di pietra intorno, anzi
una capella intera et una sepoltura, condusse il tutto con suoi disegni e
modelli Giuliano, il quale rassettò al medesimo la sua casa di Pescia con
molte belle et utili commodità. Fuor di Fiorenza a Montughi fece il
medesimo a Messer Francesco Campana, già primo segretario del duca