Page 912 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Alessandro e poi del duca Cosimo de' Medici, una casetta piccola a canto
alla chiesa, ma ornatissima e tanto ben posta, che vagheggia, essendo
alquanto rilevata, tutta la città di Firenze et il piano intorno. Et a Colle,
patria del medesimo Campana, fu murata una commodissima e bella casa

col disegno del detto Giuliano; il quale poco appresso cominciò per Messer
Ugolino Grifoni, monsignor d'Altopascio, un palazzo a San Miniato al
Tedesco che fu cosa magnifica. Et a Ser Giovanni Conti, uno de' segretarii
del detto signor duca Cosimo, acconciò, con molti belli e commodi

ornamenti, la casa di Firenze; ma ben è vero che nel fare le due finestre
inginocchiate, le quali rispondono in sulla strada, uscì Giuliano del modo
suo ordinario, e le tritò tanto con risalti, mensoline e rotti, ch'elle tengono
più della maniera tedesca che dell'antica e moderna, vera e buona. E nel

vero le cose d'architettura vogliono essere maschie, sode e semplici, et
arricchite poi dalla grazia del disegno e da un sugetto vario nella
composizione, che non alteri col poco o col troppo, né l'ordine
dell'architettura, né la vista di chi intende.

Intanto, essendo tornato Baccio Bandinelli da Roma, dove aveva finito le
sepolture di Leone e Clemente, persuase al signor Duca Cosimo, allora

giovinetto, che facesse nella sala grande del palazzo ducale una facciata in
testa tutta piena di colonne e nicchie, con un ordine di ricche statue di
marmo, la qual facciata rispondesse con finestre di marmo e macigni in
piazza. A che fare risoluto il Duca, mise mano il Bandinello a fare il

disegno, ma trovato, come si è detto nella vita del Cronaca, che la detta
sala era fuor di squadra, e non avendo mai dato opera all'architettura il
Bandinello, come quello che la stimava arte di poco valore e si faceva
maraviglia e rideva di chi le dava opera, veduta la difficultà di quest'opera,

fu forzato conferire il suo disegno con Giuliano e pregarlo che come
architettore gli guidasse quell'opera. E così, messi in opera tutti gli
scarpellini et intagliatori di Santa Maria del Fiore, si diede principio alla
fabrica, risoluto il Bandinello, col consiglio di Giuliano, di far che quell'opera

andasse fuor di squadra, secondando in parte la muraglia. Onde avenne
che gli bisognò fare tutte le pietre con le quadrature bieche, e con molta
fatica condurle col pifferello, ch'è uno strumento d'una squadra zoppa. Il
che diede tanto disgrazia all'opera che, come si dirà nella vita del

Bandinello, è stato difficile ridurla in modo che ella accompagni l'altre cose.
La qual cosa non sarebbe avenuta se il Bandinello avesse posseduto le
cose d'architettura come egli possedeva quelle della scultura; per non dir
nulla che le nicchie grandi, dove sono dentro nelle rivolte verso le facciate,

riuscivano nane, e non senza difetto quella del mezzo, come si dirà nella
vita di detto Bandinello. Quest'opera, dopo esservisi lavorato dieci anni, fu
messa da canto, e così si è stata qualche tempo. Vero è che le pietre
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