Page 919 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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collo e nelle berette) dell'opere sue. Fece al detto re una tavola per l'altare
della capella di sua maestà, che si faceva portare in viaggio, tutta piena di
figure d'oro, parte tonde e parte di mezzo rilievo, con molte gioie intagliate
sparse per le membra delle dette figure. Incavò parimenti molti cristalli,
gl'esempi de' quali, in solfo e gesso, si veggiono in molti luoghi, ma
particolarmente in Verona, dove sono tutti i pianeti bellissimi et una
Venere con un Cupido che volta le spalle, il quale non può esser più bello.
In un bellissimo calcidonio, stato trovato in un fiume, intagliò divinamente
Matteo la testa d'una Deanira quasi tutta tonda con la spoglia del leone in
testa e con la superficie lionata, et in un filo di color rosso, che era in
quella pietra, accomodò Matteo nel fine della testa del lione il rovescio di
quella pelle tanto bene, che pareva scorticata di fresco. In un'altra macchia
accomodò i capegli, e nel bianco la faccia et il petto e tutto con mirabile
magisterio. La quale testa ebbe insieme con l'altre cose il detto re
Francesco. Et una impronta ne ha oggi in Verona il Zoppo orefice, che fu
suo discepolo.
Fu Matteo liberalissimo e di grande animo, in tanto che più tosto arebbe
donato l'opere sue, che vendutele per vilissimo prezzo; perché, avendo
fatto a un barone un cammeo d'importanza e volendo colui pagarlo una
miseria, lo pregò strettamente Matteo che volesse accettarlo in cortesia;
ma colui, non lo volendo in dono, e pur volendolo pagare piccolissimo
prezzo, venne in collora Matteo, et in presenza di lui con un martello lo
stiacciò. Fece Matteo per lo medesimo re molti cartoni per panni d'arazzo,
e con essi, come volle il re, bisognò che andasse in Fiandra e tanto vi
dimorasse che fussono tessuti di seta e d'oro. I quali finiti e condotti in
Francia, furono tenuti cosa bellissima. Finalmente, come quasi tutti
gl'uomini fanno, se ne tornò Matteo alla patria portando seco molte cose
rare di que' paesi, e particolarmente alcune tele di paesi fatte in Fiandra a
olio et a guazzo, e lavorati da bonissime mani; le quali sono ancora per
memoria di lui tenute in Verona molto care dal signor Luigi e signor
Girolamo Stoppi. Tornato Matteo a Verona, si accomodò di stanza in una
grotta cavata sotto un sasso, al quale è sopra il giardino de' frati Gesuati;
luogo che, oltre all'esser caldissimo il verno e molto fresco la state, ha una
bellissima veduta. Ma non poté godersi Matteo questa stanza fatta a suo
capriccio quanto arebbe voluto: perché liberato che fu dalla sua prigionia, il
re Francesco mandò subito per uno a posta a richiamar Matteo in Francia, e
pagargli la provisione eziandio del tempo che era stato in Verona. E giunto
là, lo fece maestro de' conii della zecca. Onde Matteo, presa moglie in
Francia, s'accomodò, poiché così piacque al re suo signore, a vivere in que'
paesi. Della qual moglie ebbe alcuni figliuoli, ma a lui tanto dissimili, che
n'ebbe poca contentezza.