Page 920 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Fu Matteo così gentile e cortese, che chiunche capitava in Francia, non
pure della sua patria Verona, ma lombardo, carezzava straordinariamente.
Fu suo amicissimo in quelle parti Paulo Emilio Veronese, che scrisse l'istorie
franzesi in lingua latina. Fece Matteo molti discepoli, e fra gl'altri un suo

veronese, fratello di Domenico Brusciasorzi, due suoi nipoti, che andarono
in Fiandra, et altri molti Italiani e Franzesi, de' quali non accade far
menzione. E finalmente si morì non molto dopo la morte del re Francesco
di Francia.

Ma per venire oramai all'eccellente virtù di Valerio Vicentino, del quale si
ragionerà, egli condusse tante cose grande e piccole, d'intaglio, encavo e

di rilievo, ancora con una pulitezza e facilità che è cosa da non credere; e
se la natura avesse fatto così buon maestro Valerio di disegno, come ella
lo fece eccellentissimo nello intaglio, e diligente e pazientissimo nel condur
l'opere sue da che fu tanto e spedito, arebbe passato di gran lunga gli

antichi, come gli paragonò, e con tutto ciò ebbe tanto ingegno, che si valse
sempre o de' disegni da lui o degli intagli antichi nelle sue cose. Condusse
Valerio a papa Clemente VII una cassetta tutta di cristalli, condotta con
mirabil magisterio, che n'ebbe da quel Pontefice per sua fattura scudi

duomila d'oro, dove Valerio intagliò in que' cristalli tutta la Passione di
Gesù Cristo col disegno d'altri; la qual cassetta fu poi donata da papa
Clemente al re Francesco a Nizza, quando andò a marito la sua nipote al
duca d'Orliens, che fu poi il re Arrigo. Fece Valerio per il medesimo papa

alcune paci bellissime, et una croce di cristallo divina, e similmente conii da
improntar medaglie, dov'era il ritratto di papa Clemente con rovesci
bellissimi, e fu cagione che nel tempo suo quest'arte si acrebbe di tanti
maestri, che innanzi al sacco di Roma che da Milano e di altri paesi n'era

cresciuto sì gran numero, che era una maraviglia.
Fece Valerio le medaglie de' dodici imperatori co' lor rovesci, cavate dallo

antico, più belle, e gran numero di medaglie greche; intagliò tante altre
cose di cristallo, che non si vede altro che pieno le botteghe degli orefici et
il mondo che delle cose sua formate o di gesso o di zolfo o d'altre mesture

da encavi, dove e' fece storie o figure o teste. Costui aveva una pratica
tanto terribile che non fu mai nessuno del suo mestiero che facesse più
opere di lui. Condusse ancora a papa Clemente molti vasi di cristalli quale
parte donò a diversi principi e parte fur posti in Fiorenza nella chiesa di San
Lorenzo insieme con molti vasi che erano in casa Medici, già del Magnifico

Lorenzo Vecchio e d'altri di quella illustrissima casa, per conservare le
reliquie di molti Santi, che quel pontefice donò per memoria sua a quella
chiesa, che non è possibile veder la varietà de' garbi di que' vasi, che son

parte di sardoni, agate, amatisti, lapislazzari e parte plasme et elitropie e
diaspri, cristalli, corniuole che, per la valuta e bellezza loro, non si può
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