Page 918 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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una commodissima casa, che non andasse ad alloggiare con esso lui.
Fermatosi dunque Giovanni in Faenza, per quietarsi dopo aver molto

travagliato il mondo, vi si dimorò sempre; et essendogli morta la prima
moglie, della quale non aveva avuto figliuoli, prese la seconda di cui ebbe
due maschi et una femmina, con i quali, essendo agiato di possessioni e
d'altre entrate, che gli rendevano meglio di quattrocento scudi, visse

contento insino a sessanta anni. Alla quale età pervenuto, rendé l'anima a
Dio il giorno della Pentecoste l'anno 1555.

Matteo del Nassaro, essendo nato in Verona d'un Iacopo dal Nassaro
calzaiuolo, attese molto nella sua prima fanciullezza non solamente al
disegno, ma alla musica ancora, nella quale fu eccellente, avendo in quella
per maestri avuto Marco Carrà et il Tromboncino veronesi, che allora

stavano col marchese di Mantoa. Nelle cose dell'intaglio gli furono di molto
giovamento due veronesi d'onorate famiglie, con i quali ebbe continua
pratica: l'uno fu Niccolò Avanzi, il quale lavorò in Roma privatamente

cammei, corniuole et altre pietre, che furono portate a diversi principi. Et
hacci di quegli che si ricordano aver veduto [in] un lapislazaro largo tre
dita, di sua mano, la Natività di Cristo con molte figure, il quale fu venduto
alla duchessa d'Urbino come cosa singolare. L'altro fu Galeazzo Mondella, il
quale, oltre all'intagliar le gioie, disegnò benissimo. Da questi due adunque

avendo Matteo tutto quello che sapevano apparato, venutogli un bel pezzo
di diaspro alle mani, verde e macchiato di gocciole rosse come sono i
buoni, v'intagliò dentro un Deposto di croce con tanta diligenza, che fece

venire le piaghe in quelle parti del diaspro che erano macchiate di sangue;
il che fece essere quell'opera rarissima, et egli commendatone molto. Il
quale diaspro fu venduto da Matteo alla marchesana Isabella da Este.

Andatosene poi in Francia, dove portò seco molte cose di sua mano, perché
gli facessero luogo in corte del re Francesco Primo, fu introdotto a quel
signore, che sempre tenne in conto tutte le maniere de' virtuosi; il quale

re, avendo preso molte delle pietre da costui intagliate, toltolo al servigio
suo et ordinatogli buona provisione, non l'ebbe men caro per essere
eccellente sonatore di liuto et ottimo musico, che per il mestiere
dell'intagliar le pietre. E di vero niuna cosa accende maggiormente gl'animi
alle virtù, che il veder quelle essere apprezzate e premiate dai principi e

signori, in quella maniera che ha sempre fatto per l'adietro l'illustrissima
casa de' Medici, et ora fa più che mai, e nella maniera che fece il detto re
Francesco veramente magnanimo. Matteo dunque, stando al servigio di

questo re, fece non pure per sua maestà molte cose rare, ma quasi a tutti i
più nobili signori e baroni di quella corte, non essendovi quasi niuno che
non avesse (usandosi molto allora di portare cammei et altre simili gioie al
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