Page 921 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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desiderar più.
Fece a papa Paulo Terzo una croce e dua candellieri pur di cristallo,
intagliatovi dentro storie della Passione di Gesù Cristo in varii spartimenti
di quell'opera, et infinito numero di pietre piccole e grandi che troppo lungo
saria il volerne far memoria. Trovasi appresso il cardinal Farnese molte
cose di man di Valerio, il quale non lasciò manco cose lavorate, che facesse
Giovanni sopra detto, e d'anni settantotto ha fatto con l'occhio e con le
mani miracoli stupendissimi, et ha insegnato l'arte a una sua figliuola, che
lavora benissimo. [Era] Valerio tanto vago di procacciare antiquità di
marmi et impronte di gesso antiche e moderne, e disegni e pitture di mano
di rari uomini, che non guardava a spesa niuna. Onde la sua casa in
Vicenza è piena e di tante varie cose adorna, che è uno stupore, e nel vero
si conosce che quando uno porta amore alla virtù, egli non resta mai infino
alla fossa; onde n'ha merito e lode in vita, e si fa doppo la morte
inmortale.
Fu Valerio molto premiato delle fatiche sue, et ebbe ufizii e benefizii assai
da que' principi che egli servì. Onde possono quegli che sono rimasi doppo
lui, mercé d'esso, mantenersi in grado onorato. Costui quando non poté
più, per li fastidi che porta seco la vecchiezza, attendere all'arte, né vivere,
rese l'anima a Dio l'anno 1546.
Fu ne' tempi a dietro in Parma il Marmita, il quale un tempo attese alla
pittura poi si voltò allo intaglio, e fu grandissimo imitatore degli antichi. Di
costui si vidde molte cose bellissime. Insegnò l'arte a un suo figliuolo
chiamato Lodovico, che stette in Roma gran tempo col cardinal Giovanni
de' Salviati, e fece per questo signore quattro ovati intagliati di figure nel
cristallo molto eccellenti, che fur messi in una cassetta d'argento
bellissima, che fu donata poi alla illustrissima signora Leonora di Tolledo,
duchessa di Fiorenza. Costui fece fra molte sue opere un cammeo con una
testa di Socrate molto bella, e fu gran maestro di contrafar medaglie
antiche, delle quali ne cavò grandissima utilità.
Seguitò in Fiorenza Domenico di Polo fiorentino, eccellente maestro
d'incavo, il quale fu discepolo di Giovanni delle Corgnole di che s'è
ragionato; il qual Domenico a' nostri giorni ritrasse divinamente il duca
Alessandro de' Medici, e ne fé conii in acciaio e bellissime medaglie con un
rovescio, dentrovi una Fiorenza. Ritrasse ancora il duca Cosimo il primo
anno che fu eletto al governo di Fiorenza; e nel rovescio fece il segno del
capricorno e molti altri intagli di cose piccole che non scade farne memoria,
e morì d'età d'anni 65.
Morto Domenico, Valerio e il Marmita e Giovanni da Castel Bolognese,
rimasono molti che gli hanno di gran lunga avanzati, come in Venezia Luigi