Page 946 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA D'ANTONIO DA SANGALLO ARCHITETTORE FIORENTINO
Quanti principi illustri e grandi, e d'infinite ricchezze abbondantissimi,
lasciarebbono chiara fama del nome loro, se con la copia de' beni della
fortuna avessero l'animo grande et a quelle cose volto, che non pure
abbeliscono il mondo, ma sono d'infinito utile e giovamento universalmente
a tutti gl'uomini? E quali cose possono o devrebbono fare i principi e grandi
uomini, che maggiormente e nel farsi, per le molte maniere d'uomini che
s'adoperano, e fatte, perché durano quasi in perpetuo, che le grande e
magnifiche fabbriche et edifizii? E di tante spese che fecero gl'antichi
Romani, allora che furono nel maggior colmo della grandezza loro, che
altro n'è rimaso a noi, con eterna gloria del nome romano, che quelle
reliquie di edifizii, che noi come cosa santa onoriamo e come sole
bellissime c'ingegniamo d'imitare? Alle quali cose quanto avessero l'animo
volto alcuni prìncipi che furono al tempo d'Antonio Sangallo architettore
fiorentino, si vedrà ora chiaramente nella vita che di lui scriviamo.
Fu dunque figliuolo Antonio, di Bartolomeo Picconi di Mugello bottaio, et
avendo nella sua fanciullezza imparato l'arte del legnaiuolo, si partì di
Fiorenza, sentendo che Giuliano da San Gallo suo zio era in facende a
Roma insieme con Anton suo fratello; perché da bonissimo animo, volto a
le facende dell'arte dell'architettura, e seguitando quegli, prometteva di sé
que' fini che nella età matura cumulatamente veggiamo per tutta l'Italia, in
tante cose fatte da lui. Ora avvenne che essendo Giuliano, per lo
impedimento che ebbe di quel suo male di pietra, sforzato ritornare a
Fiorenza, Antonio venne in cognizione di Bramante da Casteldurante
architetto, che cominciò per esso, che era vecchio e dal parletico impedito
le mani non poteva come prima operare, a porgergli aiuto ne' disegni che
si facevano; dove Antonio tanto nettamente e con pulitezza conduceva,
che Bramante trovandogli di parità misuratamente corrispondenti, fu
sforzato lasciargli la cura d'infinite fatiche che egli aveva a condurre,
dandogli Bramante l'ordine che voleva, e tutte le invenzioni e
componimenti che per ogni opera s'avevano a fare. Nelle quali con tanto
giudizio e spedizione e diligenza si trovò servito da Antonio, che l'anno
MDXII Bramante gli diede la cura del corridore che andava a' fossi di Castel
Santo Agnolo, della quale opera cominciò avere una provisione di dieci
scudi il mese. Ma seguendo poi la morte di Giulio II l'opera rimase
imperfetta. Ma lo aversi acquistato Antonio già nome di persona ingegnosa
nella architettura, e che nelle cose delle muraglie avesse bonissima
maniera, fu cagione che Alessandro primo cardinal Farnese, poi papa Paulo