Page 949 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Avendo intanto la nazione fiorentina, col disegno di Iacopo Sansovino,
cominciata in strada Giulia dietro a' Banchi la chiesa loro, si era nel porla
messa troppo dentro nel fiume; per che, essendo a ciò stretti dalla
necessità, spesono dodicimila scudi in un fondamento in acqua, che fu da
Antonio con bellissimo modo e fortezza condotto. La quale via, non
potendo essere trovata da Iacopo, si trovò per Antonio; e fu murata sopra
l'acqua parecchie braccia. Et Antonio ne fece un modello così raro, che se
l'opera si conduceva a fine, sarebbe stata stupendissima. Tuttavia fu gran
disordine e poco giudizio quello di chi allora era capo in Roma di quella
nazione; perché non dovevano mai permettere che gl'architetti fondassono
una chiesa sì grande in un fiume tanto terribile, per acquistare venti
braccia di lunghezza, e gittare in un fondamento tante migliaia di scudi per
avere a combattere con quel fiume in eterno, potendo massimamente far
venire sopra terra quella chiesa col tirarsi innanzi e col darle un'altra
forma; e, che è più, potendo quasi con la medesima spesa darle fine. E si
confidarono nelle ricchezze de' mercanti di quella nazione; si è poi veduto,
col tempo, quanto fusse cotal speranza fallace, perché in tanti anni che
tennero il papato Leone e Clemente de' Medici e Giulio Terzo e Marcello,
ancor che vivesse pochissimo, i quali furono del dominio fiorentino, con la
grandezza di tanti cardinali, e con le ricchezze di tanti mercatanti, si è
rimaso e si sta ora nel medesimo termine che dal nostro Sangallo fu
lasciato. E per ciò deono, e gl'architetti e chi fa fare le fabriche, pensare
molto bene al fine et ad ogni cosa, prima che all'opere d'importanza
mettano le mani.
Ma per tornare ad Antonio, egli per commessione del Papa, che una state
lo menò seco in quelle parti, restaurò la rocca di Monte Fiascone, già stata
edificata da papa Urbano. E nell'isola Visentina, per volere del cardinal
Farnese, fece nel lago di Bolsena due tempietti piccoli; uno de' quali era
condotto di fuori a otto facce e dentro tondo, e l'altro era di fuori quadro e
dentro a otto facce, e nelle facce de' cantoni erano quattro nicchie, una per
ciascuno; i quali due tempietti condotti con bell'ordine fecero testimonianza
quanto sapesse Antonio usare la varietà ne' termini dell'architettura.
Mentre che questi tempii si fabricavano, tornò Antonio in Roma, dove diede
principio in sul canto di Santa Lucia, là dove è la nuova Zecca, al palazzo
del vescovo di Cervia, che poi non fu finito. Vicino a corte Savella fece la
chiesa di Santa Maria di Monferrato, la quale è tenuta bellissima; e
similmente la casa d'un Marrano, che è dietro al palazzo di Cibò, vicina alle
case de' Massimi.
Intanto morendo Leone, e con esso lui tutte le belle e buone arti tornate in
vita da esso e da Giulio Secondo suo antecessore, succedette Adriano
Sesto; nel pontificato del quale furono talmente tutte l'arti e tutte le virtù