Page 954 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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di quattro storie per banda, che erano fra tutte dua le bande otto storie,
dentrovi - come si dirà altrove da chi le dipinse - i fatti dello imperadore;
eravi ancora per più richezza per finimento del frontespizio da ogni banda
sopra detto arco, dua figure di rilievo di braccia quattro e mezza l'una, fatte
per una Roma; e le mettevano in mezzo dua imperatori di casa d'Austria,
che dinanzi erano Alberto e Massimiliano, e da l'altra parte Federigo e
Ridolfo, e così da ogni parte in su' cantoni erano quattro prigioni, dua per
banda, con gran numero di trofei pur di rilievo, e l'arme di Sua Santità e di
Sua Maestà, tutte fatte condurre con l'ordine di Antonio da scultori
eccellenti e dai miglior pittori che fussino allora a Roma. E non solo questo
arco fu da Antonio ordinato, ma tutto l'apparato della festa, che si fece per
ricevere un sì grande et invittissimo imperadore.
Seguitò poi il medesimo, per lo detto duca di Castro, la fortezza di Nepi e
la fortificazione di tutta la città, che è inespugnabile e bella. Dirizzò nella
medesima città molte strade, e per i cittadini di quella fece disegni di
molte case e palazzi. Facendo poi fare Sua Santità i bastioni di Roma, che
sono fortissimi, e venendo fra quelli compresa la porta di Santo Spirito, ella
fu fatta con ordine e disegno d'Antonio, con ornamento rustico di trevertini,
in maniera molto soda e molto rara, con tanta magnificenza, ch'ella
pareggia le cose antiche. La quale opera dopo la morte d'Antonio fu chi
cercò, più da invidia mosso che da alcuna ragionevole cagione, per vie
straordinarie di farla rovinare, ma non fu permesso da chi poteva. Fu con
ordine del medesimo rifondato quasi tutto il palazzo apostolico che, oltre
quello che si è detto in altri luoghi molti, minacciava rovina; et in un fianco
particolarmente la cappella di Sisto, dove sono l'opere di Michelagnolo, e
similmente la facciata dinanzi, senza che mettesse un minimo pelo: cosa
più di pericolo che d'onore. Accrebbe la sala grande della detta cappella di
Sisto, facendovi in due lunette in testa quelle finestrone terribili, con sì
maravigliosi lumi, e con que' partimenti buttati nella volta, e fatti di stucco
tanto bene e con tanta spesa, che questa si può mettere per la più bella e
ricca sala, che infino allora fusse nel mondo. Et in su quella accompagnò,
per potere andare in San Pietro, alcune scale così comode e ben fatte, che
fra l'antiche e moderne non si è veduto ancor meglio. E similmente la
cappella Paulina, dove si ha da mettere il Sacramento, che è cosa
vezzosissima e tanto bella, e sì bene misurata e partita, che per la grazia
che si vede pare che ridendo e festeggiando ti s'appresenti. Fece Antonio la
fortezza di Perugia, nelle discordie che furono tra i perugini et il Papa. La
quale opera (nella quale andarono per terra le case de' Baglioni) fu finita
con prestezza maravigliosa, e riuscì molto bella. Fece ancora la fortezza
d'Ascoli, e quella in pochi giorni condusse a tal termine, ch'ella si poteva
guardare. Il che gl'ascolani et altri non pensavano che si dovesse poter fare