Page 955 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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in molti anni. Onde avenne nel mettervi così tosto la guardia, che que'
popoli restarono stupefatti, e quasi non credevano. Rifondò ancora in
Roma, per difendersi dalle piene quando il Tevere ingrossa, la casa sua in
strada Giulia. E non solo diede principio, ma condusse a buon termine il

palazzo che egli abitava vicino a San Biagio, che oggi è del cardinale Riccio
da Monte Pulciano, che l'ha finito con grandissima spesa e con ornatissime
stanze, oltre quelle che Antonio vi aveva speso, che erano state migliaia di
scudi.

Ma tutto quello che Antonio fece di giovamento e d'utilità al mondo è nulla
a paragone del modello della venerandissima e stupendissima fabbrica di

San Pietro di Roma. La quale, essendo stata a principio ordinata da
Bramante, egli con ordine nuovo e modo straordinario l'aggrandì e riordinò,
dandole proporzionata composizione e decoro, così nel tutto come ne'
membri, come si può vedere nel modello fatto per mano d'Antonio d'Abaco

suo creato, di legname, et interamente finito; il quale modello, che diede
ad Antonio nome grandissimo, con la pianta di tutto l'edifizio sono stati
dopo la morte d'Antonio Sangallo messi in istampa dal detto Antonio
d'Abaco, il quale ha voluto perciò mostrare quanta fusse la virtù del

Sangallo, e che si conosca da ogni uomo il parere di quell'architetto,
essendo stati dati nuovi ordini in contrario da Michelagnolo Buonarroti; per
la quale riordinazione sono poi nate molte contese, come si dirà a suo
luogo. Pareva a Michelagnolo, et a molti altri ancora che hanno veduto il

modello del Sangallo e quello che da lui fu messo in opera, che il
componimento d'Antonio venisse troppo sminuzzato dai risalti e dai
membri, che sono piccoli, sì come anco sono le colonne, archi sopra archi e
cornici sopra cornici. Oltre ciò pare che non piaccia che i due campanili che

vi faceva, le quattro tribune piccole e la cupola maggiore, avessino quel
finimento o vero ghirlanda di colonne molte e piccole; e parimente non
piacevano molto, e non piacciono, quelle tante aguglie che vi sono per
finimento, parendo che in ciò detto modello immiti più la maniera et opera

tedesca, che l'antica e buona che oggi osservano gl'architetti migliori.

Finito dall'Abaco tutti i detti modelli, poco dopo la morte d'Antonio, si trovò
che detto modello di San Pietro costò (quanto apartiene solamente
all'opere de' legnaiuoli e legname) scudi quattromilacentoottantaquattro.
Nel che fare Antonio Abaco, che n'ebbe cura, si portò molto bene, essendo
molto intendente delle cose d'architettura, come ne dimostra il suo libro

stampato delle cose di Roma, che è bellissimo. Il qual modello, che si
truova oggi in San Piero nella cappella maggiore, è lungo palmi
trentacinque e largo 26 et alto palmi venti e mezzo. Onde sarebbe venuta

l'opera, secondo questo modello, lunga palmi 1040, cioè canne 104, e larga
palmi 360, che sono canne 36, perciò che secondo la misura de' muratori,
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