Page 960 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Morto Raffaello e rimasi eredi di lui Giulio e Giovanfrancesco detto il
Fattore, con carico di finire l'opere da esso Raffaello incominciate,
condussero onoratamente la maggior parte a perfezzione. Dopo avendo
Giulio cardinale de' Medici, il qual fu poi Clemente Settimo, preso un sito in

Roma sotto Monte Mario, dove oltre una bella veduta, erano acque vive,
alcune boscaglie in ispiaggia et un bel piano che, andando lungo il Tevere
per fino a ponte Molle, aveva da una banda e dall'altra una largura di prati
che si estendeva quasi fino alla porta di San Piero, disegnò nella sommità

della spiaggia, sopra un piano che vi era, fare un palazzo con tutti gl'agi e
commodi di stanze, logge, giardini, fontane, boschi et altri, che si possono
più belli e migliori desiderare, e diede di tutto il carico a Giulio, il quale,
presolo volentieri e messovi mano, condusse quel palagio, che allora si

chiamò la vigna de' Medici et oggi di Madama, a quella perfezzione che di
sotto si dirà. Accommodandosi dunque alla qualità del sito et alla voglia del
cardinale, fece la facciata dinanzi di quello in forma di mezzo circolo a uso
di teatro con uno spartimento di nicchie e finestre d'opera ionica, tanto

lodato che molti credono che ne facesse Raffaello il primo schizzo, e poi
fusse l'opera seguitata e condotta a perfezzione da Giulio. Il quale vi fece
molte pitture nelle camere et altrove, e particolarmente, passato il primo
ricetto dell'entrata, in una loggia bellissima, ornata di nicchie grandi e

piccole intorno, nelle quali è gran quantità di statue antiche: e fra l'altre vi
era un Giove, cosa rara, che fu poi dai Farnesi mandato al re Francesco di
Francia, con molte altre statue bellissime. Oltre alle quali nicchie ha la
detta loggia lavorata di stucchi e di tutte dipinte le parieti e le volte con

molte grottesche di mano di Giovanni da Udine. In testa di questa loggia
fece Giulio in fresco un Polifemo grandissimo con infinito numero di fanciulli
e satirini che gli giuocano intorno. Di che riportò Giulio molta lode, sì come
fece ancora di tutte l'opere e disegni che [fece] per quel luogo, il quale

adornò di peschiere, pavimenti, fontane rustiche, boschi et altre cose simili,
tutte bellissime e fatte con bell'ordine e giudizio. Ben è vero che
sopravenendo la morte di Leone, non fu per allora altrimenti seguitata
quest'opera; perché creato nuovo pontefice Adriano, e tornatosene il

cardinal de' Medici a Fiorenza, restarono indietro, insieme con questa, tutte
l'opere publiche cominciate dal suo antecessore.

Giulio, intanto, e Giovanfrancesco diedero fine a molte cose di Raffaello
ch'erano rimaste imperfette, e s'apparecchiavano a mettere in opera parte
de' cartoni, che egli avea fatto per le pitture della sala grande del palazzo,
nella quale aveva Raffaello cominciato a dipignere quattro storie de' fatti di

Gostantino imperatore, et aveva, quando morì, coperta una facciata di
mistura per lavorarvi sopra a olio, quando s'avvidero Adriano, come quello
che né di pitture o sculture, né d'altra cosa buona si dilettava, non si curare
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