Page 963 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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cortigiani. Intorno e fra le finestre dipinse Giulio molte imprese e poesie
che furono vaghe e capricciose, onde piacque molto ogni cosa al Papa, il
quale lo premiò di cotale fatiche largamente.
Mentre che questa sala si dipigneva, non potendo essi sodisfar anco in
parte agl'amici, fecero Giulio e Giovanfrancesco in una tavola una
assunzione di Nostra Donna che fu bellissima, la quale fu mandata a
Perugia e posta nel monasterio delle monache di Montelucci. E dopo Giulio
ritiratosi da sé solo, fece in un quadro una Nostra Donna con una gatta
dentrovi, tanto naturale che pareva vivissima: onde fu quel quadro
chiamato il quadro della gatta. In un altro quadro grande fece un Cristo
battuto alla colonna, che fu posto sopra l'altare della chiesa di Santa
Prasedia in Roma. Né molto dopo Messer Giovanmatteo Giberti, che fu poi
vescovo di Verona, che allora era datario di papa Clemente, fece far a
Giulio, che era molto suo dimestico amico, il disegno d'alcune stanze che si
murarono di mattoni vicino alla porta del palazzo del papa, le quali
rispondono sopra la piazza di San Piero, dove stanno a sonare i trombetti
quando i cardinali vanno a Concistoro, con una salita di commodissime
scale che si possono salire a cavallo et a piedi. Al medesimo Messer Giovan
Matteo fece in una tavola una lapidazione di Santo Stefano, la quale
mandò a un suo benefizio in Genova, intitolato S. Stefano; nella qual
tavola, che è per invenzione, grazia e componimento bellissima, si vede,
mentre i Giudei lapidano S. Stefano, il giovane Saulo sedere sopra i panni
di quello. Insomma non fece mai Giulio la più bell'opera di questa, per le
fiere attitudini de' lapidatori e per la bene espressa pacienza di Stefano; il
quale pare che veramente veggia sedere Gesù Cristo alla destra del Padre
in un cielo dipinto divinamente. La quale opera insieme col benefizio diede
Messer Giovan Matteo a' monaci di Monte Oliveto, che n'hanno fatto un
monasterio.
Fece il medesimo Giulio a Iacopo Fuccheri tedesco, per una cappella che è
in Santa Maria de Anima in Roma, una bellissima tavola a olio, nella quale
è la Nostra Donna, S. Anna, S. Giuseppo, San Iacopo, San Giovanni putto e
ginocchioni e San Marco Evangelista che ha un leone a' piedi, il quale
standosi a giacere con un libro, ha i peli che vanno girando secondo ch'egli
è posto. Il che fu difficile e bella considerazione, senza che il medesimo
leone ha corte ale sopra le spalle con le penne così piumose e morbide,
che non pare quasi da credere che la mano d'un artefice possa cotanto
imitare la natura. Vi fece oltre ciò un casamento che gira a uso di teatro in
tondo, con alcune statue così belle e bene accommodate, che non si può
veder meglio. E fra l'altre, vi è una femina che filando guarda una sua
chioccia et alcuni pulcini, che non può esser cosa più naturale. E sopra la
Nostra Donna sono alcuni putti che sostengono un padiglione molto ben