Page 961 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ch'ella si finisse altrimenti. Disperati adunque Giulio e Giovanfrancesco, et
insieme con esso loro Perino del Vaga, Giovanni da Udine, Bastiano
Viniziano e gli altri artefici eccellenti, furono poco meno (vivente Adriano)
che per morirsi di fame. Ma come volle Dio, mentre che la corte avezza

nelle grandezze di Leone era tutta sbigottita, e che tutti i migliori artefici
andavano pensando dove ricoverarsi, vedendo niuna virtù essere più in
pregio, morì Adriano e fu creato sommo pontefice Giulio cardinale de'
Medici, che fu chiamato Clemente Settimo: col quale risuscitarono in un

giorno, insieme con l'altre virtù, tutte l'arti del disegno. E Giulio e
Giovanfrancesco si misero subito d'ordine del Papa a finire tutti lieti la
detta sala di Gostantino, e gettarono per terra tutta la facciata coperta di
mistura per dovere essere lavorata a olio; lasciando però nel suo essere

due figure, ch'eglino avevano prima dipinte a olio, che sono per ornamento
intorno a certi papi: e ciò furono una Iustizia et un'altra figura simile.

Era il partimento di questa sala, perché era bassa, stato con molto giudizio
disegnato da Raffaello, il quale aveva messo ne' canti di quella, sopra tutte
le porte, alcune nicchie grandi, con ornamento di certi putti che tenevano
diverse imprese di Leone, gigli, diamanti, penne et altre imprese di casa

Medici. E dentro alle nicchie sedevano alcuni papi in pontificale con
un'ombra per ciascuno dentro alla nicchia. Et intorno ai detti papi erano
alcuni putti a uso d'Angioletti, che tenevano libri et altre cose a proposito
in mano. E ciascun papa aveva dalle bande due virtù, che lo mettevano in

mezzo, secondo che più aveva meritato; e come Pietro apostolo aveva da
un lato la Religione, dall'altro la Carità o vero Pietà, così tutti gli altri
avevano altre simili virtù, et i detti papi erano Damaso Primo, Alessandro
Primo, Leon Terzo, Gregorio, Salvestro et alcuni altri: i quali tutti furono

tanto bene accommodati e condotti da Giulio, il quale in quest'opera a
fresco fece i migliori che si conosce, che vi durò fatica e pose diligenza,
come si può vedere in una carta d'un San Salvestro, che fu da lui proprio
molto ben disegnata, et ha forse molto più grazia che non ha la pittura di

quello; benché si può affermare che Giulio esprimesse sempre meglio i suoi
concetti ne' disegni, che nell'operare o nelle pitture, vedendosi in quelli più
vivacità, fierezza et affetto. E ciò potette forse avvenire perché un disegno
lo faceva in un'ora, tutto fiero et acceso nell'opera, dove nelle pitture

consumava i mesi e gl'anni; onde, venendogli a fastidio, e mancando quel
vivo et ardente amore che si ha quando si comincia alcuna cosa, non è
maraviglia se non dava loro quell'intera perfezzione che si vede ne' suo'
disegni.

Ma tornando alle storie, dipinse Giulio in una delle faccie un parlamento

che Gostantino fa a' soldati, dove in aria appare il segno della croce in uno
splendore con certi putti e lettere che dicono: "In hoc signo vinces". Et un
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