Page 964 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 964
fatti e graziosi. E se anco questa tavola non fusse stata tanto tinta di nero,
onde è diventata scurissima, certo sarebbe stata molto migliore. Ma questo
nero fa perdere o smarrire la maggior parte delle fatiche che vi sono
dentro; conciò sia che il nero, ancora che sia vernicato, fa perdere il buono,
avendo in sé sempre dell'alido, o sia carbone o avorio abruciato o nero di
fumo o carta arsa.
Fra molti discepoli ch'ebbe Giulio mentre lavorò queste cose, i quali furono
Bartolomeo da Castiglioni, Tommaso Paperello cortonese, Benedetto Pagni
da Pescia, quegli di cui più familiarmente si serviva fu Giovanni da Lione e
Raffaello dal Colle del Borgo San Sepolcro, l'uno e l'altro de' quali nella sala
di Gostantino e nell'altre opere, delle quali si è ragionato, avevano molte
cose aiutato a lavorare. Onde non mi par da tacere che, essendo essi
molto destri nel dipignere e molto osservando la maniera di Giulio nel
mettere in opera le cose che disegnava loro, eglino colorirono col disegno
di lui, vicino alla Zecca vecchia in Banchi, un'arme di papa Clemente
Settimo; cioè la metà ciascuno di loro, con due figure a uso di termini, che
mettono la detta arme in mezzo. Et il detto Raffaello, non molto doppo, col
disegno d'un cartone di Giulio dipinse a fresco dentro la porta del palazzo
del cardinale della Valle, in un mezzo tondo, una Nostra Donna che con un
panno cuopre un fanciullo che dorme, e da una banda sono S. Andrea
apostolo e dall'altra S. Niccolò: che fu tenuta, con verità, pittura eccellente.
Giulio in tanto, essendo molto dimestico di Messer Baldassarri Turrini da
Pescia, fatto il disegno e modello, gli condusse sopra il monte Ianicolo,
dove sono alcune vigne che hanno bellissima veduta, un palazzo con tanta
grazia e tanto commodo, per tutti quegl'agi che si possono in un sì fatto
luogo disiderare, che più non si può dire. Et oltre ciò furono le stanze non
solo adornate di stucchi, ma di pittura ancora, avendovi egli stesso dipinto
alcune storie di Numa Pompilio che ebbe in quel luogo il suo sepolcro. Nella
stufa di questo palazzo dipinse Giulio alcune storie di Venere e d'Amore, e
d'Apollo e di Iacinto con l'aiuto de' suoi giovani, che tutti sono in istampa.
Et essendosi del tutto diviso da Giovanfrancesco, fece in Roma diverse
opere d'architettura, come fu il disegno della casa degli Alberini in Banchi,
se bene alcuni credono che quell'ordine venisse da Raffaello; e così un
palazzo, che oggi si vede sopra la piazza della Dogana di Roma, che è
stato per essere di bello ordine posto in istampa. E per sé fece sopra un
canto del Macello de' Corbi, dove era la sua casa nella quale egli nacque,
un bel principio di finestre, il quale, per poca cosa che sia, è molto
grazioso. Per le quali sue ottime qualità, essendo Giulio dopo la morte di
Raffaello per lo migliore artefice d'Italia celebrato, il conte Baldassarre
Castiglioni, che allora era in Roma ambasciadore di Federigo Gonzaga,
marchese di Mantova et amicissimo come s'è detto di Giulio, essendogli dal