Page 968 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quanto più potesse gl'uomini che dovevano vederla. Fatto dunque fondare
quel cantone, che era in luogo paduloso, con fondamenti alti e doppi, fece
tirare sopra la cantonata una gran stanza tonda e di grossissime mura,
acciò che i quattro cantoni di quella muraglia dalla banda di fuori venissero

più gagliardi e potessino regger una volta doppia e tonda a uso di forno. E
ciò fatto, avendo quella camera cantoni, vi fece per lo girare di quella a'
suoi luoghi murare le porte, le finestre et il camino di pietre rustiche a caso
scantonate e quasi in modo scommesse e torte, che parea proprio

pendessero in sur un lato e rovinassero veramente. E murata questa
stanza così stranamente, si mise a dipignere in quella la più capricciosa
invenzione che si potesse trovare, cioè Giove che fulmina i giganti; e così
figurato il cielo, nel più alto della volta vi fece il trono di Giove, facendono

in iscorto al disotto in su et in faccia e dentro a un tempio tondo sopra le
colonne trasforato di componimento ionico e con l'ombrella nel mezzo
sopra il seggio, con l'aquila sua, e tutto posto sopra le nuvole; e più a
basso fece Giove irato che fulmina i superbi giganti, e più a basso è

Giunone che gli aiuta, et intorno i venti che con certi visi strani soffiano
verso la terra, mentre la dea Opis si volge con i suoi leoni al terribile rumor
de' fulmini, sì come ancor fanno gl'altri dei e dee e massimamente Venere,
che è a canto a Marte e Momo, che con le braccia aperte pare che dubiti

che non rovini il cielo, e non di meno sta immobile. Similmente le Grazie si
stanno tutte piene di timore, e l'Ore appresso quelle nella medesima
maniera. Et insomma ciascuna deità si mette con i suoi carri in fuga; la
luna con Saturno et Iano vanno verso il più chiaro de' nuvoli per

allontanarsi da quell'orribile spavento e furore, et il medesimo fa Nettunno,
perciò che con i suoi delfini pare che cerchi fermarsi sopra il tridente. E
Pallade con le nove Muse sta guardando che cosa orribile sia quella. E Pan,
abbracciata una ninfa che trema di paura, pare voglia scamparla da quello

incendio e lampi de' fulmini di che è pieno il cielo. Apollo si sta sopra il
carro solare, et alcune dell'Ore pare che voglino ritenere il corso de' cavalli.
Bacco e Sileno con satiri e ninfe mostrano aver grandissima paura. E
Vulcano col ponderoso martello sopra una spalla guarda verso Ercole, che

parla di quel caso con Mercurio, il quale si sta allato a Pomona tutta
paurosa, come sta anche Vertunno con tutti gl'altri dèi sparsi per quel cielo
dove sono tanto bene sparsi tutti gl'effetti della paura, così in coloro che
stanno, come in quelli che fuggono, che non è possibile, non che vedere,

imaginarsi più bella fantasia di questa in pittura.
Nelle parti da basso, cioè nelle facciate che stanno per ritto, sotto il resto

del girare della volta, sono i giganti, alcuni de' quali, sotto Giove, hanno
sopra di loro monti et addosso grandissimi sassi, i quali reggono con le forti
spalle per fare altezza e salita al cielo, quando s'apparecchia la rovina loro,
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