Page 959 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GIULIO ROMANO PITTORE
Fra i molti, anzi infiniti, discepoli di Raffaello da Urbino, dei quali la
maggior parte riuscirono valenti, niuno ve n'ebbe che più lo immitasse
nella maniera, invenzione, disegno e colorito di Giulio Romano, né chi fra
loro fusse di lui più fondato, fiero, sicuro, capriccioso, vano, abondante et
universale; per non dire al presente, che egli fu dolcissimo nella
conversazione, ioviale, affabile, grazioso e tutto pieno d'ottimi costumi. Le
quali parti furono cagione che egli fu di maniera amato da Raffaello, che se
gli fusse stato figliuolo, non più l'arebbe potuto amare. Onde avvenne che
si servì sempre di lui nell'opere di maggiore importanza, e particolarmente
nel lavorare le logge papali per Leone Decimo. Per che, avendo esso
Raffaello fatto i disegni dell'architettura, degl'ornamenti e delle storie, fece
condurre a Giulio molte di quelle pitture; e fra l'altre la creazione di Adamo
et Eva, quella degl'animali, il fabricare dell'Arca di Noè, il sacrifizio, e molte
altre opere che si conoscono alla maniera, come è quella dove la figliuola
di Faraone, con le sue donne, trova Moisè nella cassetta gettato nel fiume
dagl'Ebrei; la quale opera è maravigliosa per un paese molto ben condotto.
Aiutò anco a Raffaello colorire molte cose nella camera di torre Borgia dove
è l'incendio di Borgo, e particolarmente l'imbasamento fatto di colore di
bronzo, la contessa Matilda, il re Pipino, Carlo Magno, Gottifredi Buglioni re
di Ierusalem con altri benefattori della chiesa, che sono tutte bonissime
figure. Parte della quale storia uscì fuori in istampa non è molto, tolta da
un disegno di mano di esso Giulio; il quale lavorò anco la maggior parte
delle storie che sono in fresco nella loggia di Agostin Chigi, et a olio lavorò
sopra un bellissimo quadro d'una Santa Lisabetta, che fu fatto da Raffaello,
e mandato al re Francesco di Francia insieme con un altro quadro d'una
Santa Margherita, fatto quasi interamente da Giulio col disegno di
Raffaello, il quale mandò al medesimo re il ritratto della vicereina di
Napoli, il quale non fece Raffaello altro che il ritratto della testa di
naturale, et il rimanente finì Giulio. Le quali opere, che a quel re furono
gratissime, sono ancora in Francia a Fontanableò, nella cappella del re.
Adoperandosi dunque in questa maniera Giulio in servigio di Raffaello suo
maestro, et imparando le più difficili cose dell'arte, che da esso Raffaello
gl'erano con incredibile amorevolezza insegnate, non andò molto che
seppe benissimo tirare in prospettiva, misurare gl'edifizii e lavorar piante. E
disegnando alcuna volta Raffaello, e schizzando a modo suo l'invenzioni, le
faceva poi tirar misurate e grandi a Giulio, per servirsene nelle cose
d'architettura. Della quale cominciando a dilettarsi Giulio, vi attese di
maniera, che poi esercitandola venne eccellentissimo maestro.