Page 957 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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giudicio, voleva un cornicione il più bello e più ricco che mai fusse stato a
qual si voglia altro palazzo, volle, oltre quelli che avea fatto Antonio, che
tutti i migliori architetti di Roma facessino ciascuno il suo per appiccarsi al
migliore, e farlo nondimeno mettere in opera da Antonio. E così una
mattina che desinava in Belvedere, gli furono portati inanzi tutti i disegni,
presente Antonio. I maestri de' quali furono Perino del Vaga, fra' Bastiano
del Piombo, Michelagnolo Buonarruoti e Giorgio Vasari, che allora era
giovane e serviva il cardinal Farnese, di commessione del quale e del Papa
aveva pel detto cornicione fatto, non un solo, ma due disegni variati. Ben è
vero che il Buonarroto non portò il suo da per sé, ma lo mandò per detto
Giorgio Vasari, al quale, essendo egli andato a mostrargli i suoi disegni
perché gli dicesse l'animo suo come amico, diede Michelagnolo il suo acciò
lo portasse al Papa, e facesse sua scusa, che non andava in persona, per
sentirsi indisposto.
Presentati dunque tutti i disegni al papa, Sua Santità gli considerò
lungamente e gli lodò tutti per ingegnosi e bellissimi, ma quello del divino
Michelagnolo sopra tutti. Le quali cose non passavano, se non con
malanimo d'Antonio, al quale non piaceva molto questo modo di fare del
Papa, et averebbe voluto far egli di suo capo ogni cosa. Ma più gli
dispiaceva ancora il vedere che il Papa teneva gran conto d'un Iacopo
Melighino ferrarese, e se ne serviva nella fabbrica di San Piero per
architetto, ancor che non avesse né disegno, né molto giudizio nelle sue
cose, con la medesima provisione che aveva Antonio, al quale toccavano
tutte le fatiche. E ciò aveniva perché questo Melighino, essendo state
familiare servitore del Papa molti anni senza premio, a Sua Santità piaceva
di rimunerarlo per quella via; oltre che aveva cura di Belvedere e
d'alcun'altre fabriche del Papa. Poi dunque che il Papa ebbe veduti tutti i
sopradetti disegni, disse, e forse per tentare Antonio: "Tutti questi son
belli, ma non sarà male che noi veggiamo ancora uno che n'ha fatto il
nostro Melighino". Per che Antonio, risentendosi un poco e parendogli che il
papa lo burlasse, disse: "Padre Santo, il Melighino è un architettore da
motteggio". Il che udendo il Papa, che sedeva, si voltò verso Antonio e gli
rispose, chinandosi con la testa quasi infino in terra: "Antonio, noi vogliamo
che Melighino sia un architettore da dovero, e vedetelo alla provisione". E
ciò detto si partì licenziandoci tutti. Et in ciò volle mostrare che i prìncipi,
molte volte, più che i meriti, conducono gl'uomini a quelle grandeze che
vogliono. Questa cornice fu poi fatta da Michelagnolo, come si dirà nella
vita di lui, che rifece quasi in altra forma tutto quel palazzo.
Rimase, dopo la morte d'Antonio, Batista Gobbo suo fratello, persona
ingegnosa, che spese tutto il tempo nelle fabbriche d'Antonio, che non si
portò molto bene verso lui. Il quale Batista non visse molti anni dopo la