Page 951 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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continuate, né tocche; e così secondo il volere di Clemente furono condotte
a ultimo fine.
Dopo, volendo Sua Santità fortificare Parma e Piacenza, dopo molti disegni
e modelli che da diversi furono fatti, fu mandato Antonio in que' luoghi, e
seco Giulian Leno, sollecitatore di quelle fortificazioni.
E là arivati, essendo con Antonio l'Abbaco suo creato, Pierfrancesco da
Viterbo, ingegnere valentissimo e Michele da San Michele architetto
veronese, tutti insieme condussero a perfezzione i disegni di quelle
fortificazioni. Il che fatto, rimanendo gl'altri, se ne tornò Antonio a Roma,
dove essendo poca commodità di stanze in palazzo, ordinò papa Clemente
che Antonio sopra la Ferraria cominciasse quelle dove si fanno i concistori
publici, le quali furono in modo condotte, che il Pontefice ne rimase
sodisfatto, e fece farvi poi sopra le stanze de' camerieri di Sua Santità.
Similmente fece Antonio sopra il tetto di queste stanze, altre stanze
comodissime, la quale opera fu pericolosa molto, per tanto rifondare. E nel
vero in questo Antonio valse assai, atteso che le sue fabbriche mai non
mostrarono un pelo; né fu mai fra i moderni altro architetto più sicuro, né
più accorto in congiugnere mura.
Essendosi al tempo di papa Paulo Secondo la chiesa della Madonna di
Loreto, che era piccola e col tetto in sui pilastri di mattoni alla salvatica,
rifondata e fatta di quella grandezza che ella essere oggi si vede, mediante
l'ingegno e virtù di Giuliano da Maiano, et essendosi poi seguitata dal
cordone di fuori in su, da Sisto Quarto e da altri, come si è detto,
finalmente al tempo di Clemente, non avendo prima fatto mai pur un
minimo segno di rovina, s'aperse l'anno 1526 di maniera che non
solamente erano in pericolo gl'archi della tribuna, ma tutta la chiesa in
molti luoghi, per essere stato il fondamento debole e poco adentro. Per
che, essendo da detto papa Clemente mandato Antonio a riparare a tanto
disordine, giunto che egli fu a Loreto, puntellando gl'archi et armando il
tutto con animo risolutissimo e di giudizioso architetto, la rifondò tutta. E
ringrossando le mura et i pilastri fuori e dentro, gli diede bella forma del
tutto, e nella proporzione de' membri, e la fece gagliarda da poter reggere
ogni gran peso, continuando un medesimo ordine nelle crocere e navate
della chiesa, con superbe modanature d'architravi sopra gl'archi, fregi e
cornicioni. E rendé sopramodo bello e ben fatto l'imbasamento de' quattro
pilastri grandi, che vanno intorno all'otto facce della tribuna, che reggono i
quattro archi: cioè i tre delle crocere, dove sono le cappelle, e quello
maggiore della nave del mezzo. La quale opera merita certo di essere
celebrata per la migliore che Antonio facesse già mai, e non senza
ragionevole cagione: perciò che coloro che fanno di nuovo alcun'opera o la