Page 1001 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1001





eccellente intagliatore di stampe. Et invero in questi disegni si portò tanto
bene che, riservando i dintorni e la maniera di Perino, e tratteggiando
quegli con un modo facilissimo, cercò ancora dar loro quella leggiadria e
quella grazia che aveva dato Perino a' suoi disegni.

Mentre che le rovine del Sacco avevano distrutta Roma e fatto partir di
quella gli abitatori et il Papa stesso, che si stava in Orvieto, non essendovi

rimasti molti e non si facendo faccenda di nessuna sorte, capitò a Roma
Niccola Viniziano, raro et unico maestro di ricami, servitore del principe
Doria, il quale, e per l'amicizia vecchia che aveva con Perino e perché egli
ha sempre favorito e voluto bene agli uomini de l'arte, persuase a Perino a

partirsi di quella miseria et inviarsi a Genova, promettendogli che egli
farebbe opera con quel prencipe, che era amatore e si dilettava della
pittura, che gli farebbe fare opere grosse; e massimamente che sua
eccellenza gli aveva molte volte ragionato che arebbe avuto voglia di far

un appartamento di stanze con bellissimi ornamenti. Non bisognò molto
persuader Perino per che, essendo dal bisogno oppresso e dalla voglia di
uscir di Roma appassionato, deliberò con Niccola partire. E dato ordine di
lasciar la sua donna e la figliuola bene accompagnata a' suoi parenti in

Roma, et assettato il tutto, se ne andò a Genova. Dove arrivato, e per
mezzo di Niccola fattosi noto a quel prencipe, fu tanto grato a sua
eccellenza la sua venuta, quanto cosa che in sua vita per trattenimento
avesse mai avuta. Fattogli dunque accoglienze e carezze infinite, doppo

molti ragionamenti e discorsi, alla fine diedero ordine di cominciare il
lavoro, e conchiusono dovere fare un palazzo ornato di stucchi e di pitture
a fresco, a olio e d'ogni sorte, il quale più brevemente che io potrò
m'ingegnerò di descrivere con le stanze e le pitture et ordine di quello,

lasciando stare dove cominciò prima Perino a lavorar, acciò non confonda il
dire quest'opera, che di tutte le sue è la migliore.

Dico adunque che all'entrata del palazzo del principe è una porta di
marmo, di componimento et ordine dorico, fatta secondo i disegni e
modelli di man di Perino, con sue appartenenze di piedistalli, base, fuso,

capitelli, architrave, fregio, cornicione e frontespizio, e con alcune
bellissime femmine a sedere che reggono un'arme. La quale opera e lavoro
intagliò di quadro maestro Giovanni da Fiesole, e le figure condusse a
perfezzione Silvio scultore da Fiesole, fiero e vivo maestro. Entrando dentro
alla porta è, sopra il ricetto, una volta piena di stucchi con istorie varie e

grottesche, con suoi archetti, ne' quali è dentro per ciascuno cose
armigere, chi combatte appiè, chi a cavallo, e battaglie varie lavorate con
una diligenza et arte certo grandissima.

Truovandosi le scale a man manca, le quali non possono avere il più bello
   996   997   998   999   1000   1001   1002   1003   1004   1005   1006