Page 998 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 998





senza farvi altro.
Aveva Perino disegnato questo cartone in sul foglio bianco, sfumato e

tratteggiato, lasciando i lumi della propria carta, e condotto tutto con una
diligenza mirabile; nella quale erano i due imperadori nel tribunale che
sentenziano a la croce tutti i prigioni, i quali erano volti verso il tribunale,
chi ginocchioni, chi ritto et altro chinato, tutti ignudi legati per diverse vie,

in attitudini varie, storcendosi con atti di pietà e conoscendo il tremar delle
membra, per aversi a disgiugner l'anima nella passione e tormento della
crocifissione; oltreché vi era accennato in quelle teste la constanzia della
fede né vecchi, il timore della morte ne' giovani, in altri il dolore delle

torture nello stringerli le legature il torso e le braccia. Vedevasi appresso il
gonfiar de' muscoli, e fino al sudor freddo della morte, accennato in quel
disegno. Appresso si vedeva ne' soldati che gli guidavano una fierezza
terribile, impiissima e crudele nel presentargli al tribunale per la sentenza

e nel guidargli a le croci. Avevano indosso gli imperadori e' soldati, corazze
all'antica et abbigliamenti molto ornati e bizzarri, et i calzari, le scarpe, le
celate, le targhe e le altre armadure fatte con tutta quella copia di
bellissimi ornamenti che più si possa fare et imitare et aggiugnere

all'antico, disegnate con quell'amore et artifizio e fine, che può far tutti gli
estremi dell'arte. Il quale cartone, vistosi per gli artefici e per altri
intendenti ingegni, giudicarono non aver visto pari bellezza e bontà in
disegno dopo quello di Michelagnolo Buonarroti, fatto in Fiorenza per la

sala del Consiglio. Laonde, acquistato Perino quella maggior fama che egli
più poteva acquistare nell'arte, mentre che egli andava finendo tal cartone,
per passar tempo, fece mettere in ordine e macinare colori a olio per fare
al Piloto orefice suo amicissimo un quadretto non molto grande; il quale

condusse a fine quasi più di mezzo, dentrovi una Nostra Donna.
Era già molti anni stato domestico di Perino un ser Raffaello di Sandro,

prete zoppo, cappellano di San Lorenzo, il quale portò sempre amore agli
artefici di disegno; costui dunque persuase Perino a tornar seco in
compagnia, non avendo egli né chi gli cucinasse, né chi lo tenesse in casa,

essendo stato il tempo che ci era stato, oggi con un amico e domani con un
altro. Laonde Perino andò alloggiare seco e vi stette molte settimane.
Intanto la peste cominciata a scoprirsi in certi luoghi in Fiorenza, messe a
Perino paura di non infettarsi; per il che deliberato partirsi, volle prima
sodisfare a ser Raffaello tanti dì ch'era stato seco a mangiare, ma non volle

mai ser Raffaello acconsentire di pigliare niente; anzi disse: "E' mi basta un
tratto avere uno straccio di carta di tua mano". Per il che, visto questo,
Perino tolse circa a quattro braccia di tela grossa, e fattola appiccare ad un

muro che era fra due usci della sua saletta, vi fece un'istoria contrafatta di
color di bronzo, in un giorno et in una notte. Nella quale tela, che serviva
   993   994   995   996   997   998   999   1000   1001   1002   1003