Page 994 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sempre furono e vaghe e graziose.
Aveva finito nella Minerva un protonotario, una cappella di marmo in su
quattro colonne; e come quello che desiderava lassarvi una memoria d'una
tavola, ancora che non fusse molto grande, sentendo la fama di Perino,
convenne seco e gliela fece lavorare a olio, et in quella volle a sua
elezzione un Cristo sceso di croce; il quale Perino, con ogni studio e fatica,
si messe a condurre. Dove egli lo figurò esser già in terra deposto, et
insieme le Marie intorno che lo piangono, fingendo un dolore e
compassionevole affetto nelle attitudini e gesti loro; oltra che vi sono que'
Niccodemi, e le altre figure ammiratissime, meste et afflitte nel vedere
l'innocenza di Cristo morto. Ma quel che egli fece divinissimamente furono i
duoi ladroni, rimasti confitti in sulla croce, che sono oltra al parer morti e
veri, molto ben ricerchi di muscoli e di nervi, avendo egli occasione di farlo,
onde si rappresentano, a gl'occhi di chi li vede, le membra loro in quella
morte violenta tirate dai nervi et i muscoli da' chiovi e dalle corde. Èvvi
oltre ciò un paese nelle tenebre, contrafatto con molta discrezione et arte.
E se a questa opera non avesse la inondazione del diluvio che venne a
Roma doppo il Sacco fatto dispiacere coprendola più di mezza, si vedrebbe
la sua bontà, ma l'acqua rintenerì di maniera il gesso e fece gonfiare il
legname di sorte, che tanto quanto se ne bagnò da piè si è scortecciato in
modo che se ne gode poco, anzi fa compassione il guardalla e grandissimo
dispiacere, perché ella sarebbe certo de le pregiate cose che avesse Roma.
Facevasi in questo tempo per ordine di Iacopo Sansovino rifar la chiesa di
S. Marcello di Roma, convento de' frati de' Servi, che oggi è rimasa
imperfetta; onde, avendo eglino tirate a fine di muraglia alcune cappelle e
coperte di sopra, ordinaron que' frati che Perino facesse in una di quelle
per ornamento d'una Nostra Donna, devozione in quella chiesa, due figure
in due nicchie che la mettessino in mezzo: San Giuseppo e San Filippo,
frate de' Servi et autore di quella Religione. E quelli finiti, fece loro sopra
alcuni putti perfettissimamente, e ne messe in mezzo della facciata uno
ritto in sur un dado che tiene sulle spalle il fine di due festoni che esso
manda verso le cantonate della cappella, dove sono due altri putti che gli
reggono a sedere in su quelli, facendo con le gambe attitudini bellissime. E
questo lavorò con tant'arte, con tanta grazia, con tanta bella maniera,
dandoli nel colorito una tinta di carne e fresca e morbida, che si può dire
che sia carne vera, più che dipinta. E certo si possono tenere per i più begli
che in fresco facesse mai artefice nessuno; la cagione è che nel guardo
vivono, nell'attitudine si muovono, e ti fan segno con la bocca voler isnodar
la parola, e che l'arte vince la natura, anzi che ella confessa non potere far
in quella più di questo. Fu questo lavoro di tanta bontà nel conspetto di chi
intendeva l'arte, che ne acquistò gran nome, ancora che egli avesse fatto