Page 989 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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eccellente, e soprabondatogli lavoro, aveva di bisogno d'aiuti, e desiderava
menar seco un compagno et un giovanetto che gli servisse al disegno, che
non aveva, et all'altre cose dell'arte; per che vedendo costui Perino
disegnare in bottega di Ridolfo insieme con gli altri giovani, e tanto

superiore a quegli che ne stupì, e che più piacendogli l'aspetto et i modi
suoi, atteso che Perino era un bellissimo giovanetto, cortesissimo, modesto
e gentile, et aveva tutte le parti del corpo corrispondenti alla virtù
dell'animo, se n'invaghì di maniera che lo domandò se egli volesse andar

seco a Roma, che non mancherebbe aiutarlo negli studii e farli que'
benefizii e patti che egli stesso volesse. Era tanta la voglia ch'aveva Perino
di venire a qualche grado eccellente della professione sua, che quando
sentì ricordar Roma, per la voglia che egli ne aveva, tutto si rintenerì e gli

disse che egli parlasse con Andrea de' Ceri, che non voleva abbandonarlo,
avendolo aiutato per fino allora. Così il Vaga, persuaso Ridolfo suo maestro
et Andrea che lo teneva, tanto fece che alla fine condusse Perino et il
compagno in Toscanella. Dove cominciando a lavorare, et aiutando loro

Perino, non finirono solamente quell'opera che il Vaga aveva presa, ma
molte ancora che pigliarono di poi. Ma dolendosi Perino che le promesse,
con le quali fu condotto p[resso] a Roma, erano mandate in lunga per
colpa dell'utile e commodità che ne traeva il Vaga, e risolvendosi andarci

da per sé, fu cagione che il Vaga, lasciato tutte l'opere, lo condusse a
Roma. Dove egli, per l'amore che portava all'arte, ritornò al solito suo
disegno, e continuando molte settimane, più ogni giorno si accendeva. Ma
volendo il Vaga far ritorno a Toscanella, e per questo fatto conoscere a

molti pittori ordinarii Perino per cosa sua, lo raccomandò a tutti quegli
amici che là aveva, acciò l'aiutassino e favorissino in assenza sua. E da
questa origine, da indi innanzi, si chiamò sempre Perin del Vaga.

Rimaso costui in Roma, e vedendo le opere antiche nelle sculture e le
mirabilissime machine degli edifizi, gran parte rimase nelle rovine, stava in
sé ammiratissimo del valore di tanti chiari et illustri che avevano fatte

quelle opere. E così accendendosi tuttavia più in maggior desiderio
dell'arte, ardeva continuamente di pervenire in qualche grado vicino a
quelli, sì che con le opere desse nome a sé et utile, come l'avevano dato
coloro di chi egli si stupiva vedendo le bellissime opere loro. E mentre che

egli considerava alla grandezza loro et alla infinita bassezza e povertà sua,
e che altro che la voglia non aveva di volere aggiugnerli, e che senza avere
chi lo intrattenesse che potesse campar la vita gli conveniva, volendo
vivere, lavorare a opere per quelle botteghe oggi con uno dipintore e

domane con un altro, nella maniera che fanno i zappatori a giornate; e
quanto fusse disconveniente allo studio suo questa maniera di vita, egli
medesimo per dolore se ne dava infinita passione non potendo far que'
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