Page 984 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fuoco e date nelle mura, faceva poi spianare con una mescola da calcina
fatta rossa, o vero rovente, al fuoco. Onde hanno potuto le sue cose
reggere all'umido e conservare benissimo il colore senza farli far
mutazione. E con la medesima mestura ha lavorato sopra le pietre di

peperigni, di marmi, di mischi, di porfidi e lastre durissime, nelle quali
possono lunghissimo tempo durare le pitture; oltre che ciò ha mostrato
come si possa dipignere sopra l'argento, rame, stagno et altri metalli.
Quest'uomo aveva tanto piacere in stare ghiribizzando e ragionare, che si

tratteneva i giorni interi per non lavorare. E quando pur vi si riduceva, si
vedea che pativa dell'animo infinitamente; da che veniva in gran parte che
egli aveva openione che le cose sue non si potessino con verun prezzo
pagare. Fece per il cardinale d'Aragona, in un quadro, una bellissima S.

Agata ignuda e martirizata nelle poppe, che fu cosa rara. Il qual quadro è
oggi nella guardaroba del signor Guidobaldo duca d'Urbino, e non è punto
inferiore a molti altri quadri bellissimi che vi sono di mano di Raffaello da
Urbino, di Tiziano e d'altri. Ritrasse anche di naturale il signor Piero

Gonzaga in una pietra, colorito a olio, che fu un bellissimo ritratto, ma
penò tre anni a finirlo.

Ora essendo in Firenze al tempo di papa Clemente Michelagnolo, il quale
attendeva all'opera della nuova sagrestia di San Lorenzo, voleva Giuliano
Bugiardini fare a Baccio Valori in un quadro la testa di papa Clemente et
esso Baccio, et in un altro, per Messer Ottaviano de' Medici, il medesimo

Papa e l'arcivescovo di Capua; per che Michelagnolo, mandando a chiedere
a fra' Sebastiano che di sua mano gli mandasse da Roma dipinta a olio la
testa del Papa, egli ne fece una e gliela mandò, che riuscì bellissima. Della
quale, poi che si fu servito Giuliano e che ebbe i suoi quadri finiti,

Michelagnolo, che era compare di detto Messere Ottaviano, gliene fece un
presente. E certo di quante ne fece fra' Sebastiano, che furono molte,
questa è la più bella testa di tutte e la più simigliante, come si può vedere
in casa gli eredi del detto Messer Ottaviano. Ritrasse il medesimo papa

Paolo Farnese subito che fu fatto sommo pontefice; e cominciò il duca di
Castro suo figliuolo, ma non lo finì, come non fece anche molte altre cose,
alle quali avea dato principio.

Aveva fra' Sebastiano vicino al Popolo una assai buona casa, la quale egli
si avea murata, et in quella con grandissima contentezza si vivea senza più
curarsi di dipignere o lavorare, usando spesso dire che è una grandissima

fatica avere nella vecchiezza a raffrenare i furori a' quali nella giovanezza
gli artefici per utilità, per onore e per gara si sogliono mettere; e che non
era men prudenza cercare di viver quieto, che vivere con le fatiche inquieto

per lasciare di sé nome dopo la morte, dopo la quale hanno anco quelle
fatiche e l'opere tutte ad avere, quando che sia, fine e morte. E come egli
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