Page 980 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mediante il favore di Michelagnolo, Giulio Romano, Giovanfrancesco
Fiorentino, Perino del Vaga, Polidoro, Maturino, Baldessarre Sanese e
gl'altri rimasero tutti a dietro. Onde Agostin Chigi, che con ordine di
Raffaello faceva fare la sua sepoltura e cappella in Santa Maria del Popolo,

convenne con Bastiano che egli tutta gliela dipignesse. E così fatta la
turata, si stette coperta, senza che mai fusse veduta, insino all'anno 1554.
Nel qual tempo si risolvette Luigi, figliuolo d'Agostino, poiché il padre non
l'aveva potuta veder finita, voler vederla egli. E così allogata a Francesco

Salviati la tavola e la cappella, egli la condusse in poco tempo a quella
perfezzione che mai non le poté dare la tardità e l'irresoluzione di
Sebastiano, il quale, per quello che si vede, vi fece poco lavoro, se bene si
trova ch'egli ebbe dalla liberalità d'Agostino e degli eredi molto più che non

se gli sarebbe dovuto quando l'avesse finita del tutto; il che non fece, o
come stanco dalle fatiche dell'arte, o come troppo involto nelle commodità
et in piaceri.

Il medesimo fece a Messer Filippo da Siena, cherico di camera, per lo quale
nella Pace di Roma, sopra l'altare maggiore, cominciò una storia a olio sul
muro e non la finì mai. Onde i frati, di ciò disperati, furono costretti levare

il ponte che impediva loro la chiesa e coprire quell'opera con una tela et
avere pacienza quanto durò la vita di Sebastiano. Il quale morto,
scoprendo i frati l'opera, si è veduto che quello che è fatto è bellissima
pittura; perciò che dove ha fatto la Nostra Donna che visita Santa

Lisabetta, vi sono molte femmine ritratte dal vivo che sono molto belle e
fatte con somma grazia. Ma vi si conosce che quest'uomo durava
grandissima fatica in tutte le cose che operava, e ch'elle non gli venivano
fatte con una certa facilità che suole tal volta dar la natura e lo studio a chi

si compiace nel lavorare e si esercita continovamente. E che ciò sia vero,
nella medesima Pace, nella cappella d'Agostin Chigi, dove Raffaello aveva
fatte le sibille et i profeti, voleva nella nicchia, che di sotto rimase,
dipignere Bastiano, per passare Raffaello, alcune cose sopra la pietra, e

perciò l'aveva fatta incrostare di peperigni e le commettiture saldate con
stucco a fuoco, ma se n'andò tanto in considerazione, che la lasciò
solamente murata; per che essendo stata così dieci anni, si morì.

Bene è vero che da Sebastiano si cavava, e facilmente, qualche ritratto di
naturale, perché gli venivano con più agevolezza e più presto finiti, ma il
contrario avveniva delle storie et altre figure. E per vero dire il ritrarre di

naturale era suo proprio, come si può vedere nel ritratto di Marc'Antonio
Colonna, tanto ben fatto che par vivo. Et in quello ancora di Ferdinando
marchese di Pescara, et in quello della Signora Vettoria Colonna, che sono

bellissimi. Ritrasse similmente Adriano Sesto quando venne a Roma, et il
cardinale Nincofort, il quale volle che Sebastiano gli facesse una cappella in
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