Page 985 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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queste cose diceva, così a suo potere le metteva in essecuzione, perciò che
i migliori vini e le più preziose cose che avere si potessero cercò sempre
d'avere per lo vitto suo, tenendo più conto della vita che dell'arte. E perché
era amicissimo di tutti gli uomini virtuosi, spesso avea seco a cena il Molza
e Messer Gandolfo, facendo bonissima cera. Fu ancora suo grandissimo
amico Messer Francesco Berni fiorentino, che gli scrisse un capitolo, al
quale rispose fra' Sebastiano con un altro assai bello, come quelli che
essendo universale seppe anco a far versi toscani e burlevoli
accommodarsi.
Essendo fra' Sebastiano morso da alcuni, i quali dicevano che pure era una
vergogna che, poi che egli aveva il modo da vivere, non volesse più
lavorare, rispondeva a questo modo: "Ora che io ho il modo da vivere non
vo' far nulla, perché sono oggi al mondo ingegni che fanno in due mesi
quello che io soleva fare in due anni. E credo, s'io vivo molto, che non
andrà troppo si vedrà dipinto ogni cosa. E da che questi tali fanno tanto, è
bene ancora che ci sia chi non faccia nulla, acciò che eglino abbino quel più
che fare". E con simili et altre piacevolezze, si andava fra' Sebastiano,
come quello che era tutto faceto e piacevole, trattenendo; e nel vero non
fu mai il miglior compagno di lui. Fu, come si è detto, Bastiano molto
amato da Michelagnolo. Ma è ben vero che, avendosi a dipigner la faccia
della cappella del Papa, dove oggi è il Giudizio di esso Buonarroto, fu fra
loro alquanto di sdegno, avendo persuaso fra' Sebastiano al Papa che la
facesse fare a Michelagnolo a olio là dove esso non voleva farla se non a
fresco. Non dicendo dunque Michelagnolo né sì, né no et acconciandosi la
faccia a modo di fra' Sebastiano, si stette così Michelagnolo, senza metter
mano all'opera, alcuni mesi; ma essendo pur sollecitato, egli finalmente
disse che non voleva farla se non a fresco, e che il colorire a olio era arte
da donna e da persone agiate et infingarde, come fra' Bastiano; e così
gettata a terra l'incrostatura fatta con ordine del frate, e fatto arricciare
ogni cosa in modo da poter lavorare a fresco, Michelagnolo mise mano
all'opera, non si scordando però l'ingiuria che gli pareva avere ricevuta da
fra' Sebastiano, col quale tenne odio quasi fin alla morte di lui.
Essendo finalmente fra' Sebastiano ridotto in termine che né lavorare, né
fare alcun'altra cosa voleva, salvo che attendere all'esercizio del frate, cioè
di quel suo uffizio, e fare buona vita, d'età d'anni sessantadue si ammalò di
acutissima febbre che, per essere egli rubicondo e di natura sanguigna,
gl'infiammò talmente gli spiriti, che in pochi giorni rendé l'anima a Dio,
avendo fatto testamento e lasciato che il corpo suo fusse portato alla
sepoltura senza cerimonie di preti o di frati, o spese di lumi, e che quel
tanto che in ciò fare si sarebbe speso fusse distribuito a povere persone
per amor di Dio; e così fu fatto. Fu sepolto nella chiesa del Popolo del