Page 987 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI PERINO DEL VAGA PITTOR FIORENTINO



Grandissimo è certo il dono della virtù, la quale non guardando a
grandezza di roba, né a dominio di stati o nobiltà di sangue, il più delle
volte cigne et abbraccia e sollieva da terra uno spirito povero: assai più che

non fa un bene agiato di ricchezze. E questo lo fa il cielo per mostrarci
quanto possa in noi l'influsso delle stelle e de' segni suoi, compartendo a
chi più et a chi meno delle grazie sue; le quali sono il più delle volte

cagione che nelle complessioni di noi medesimi ci fanno nascere più furiosi
o lenti, più deboli o forti, più salvatichi o domestici, fortunati o sfortunati, e
di minore e di maggior virtù. E chi di questo dubitasse punto, lo sgannerà
al presente la vita di Perino del Vaga, eccellentissimo pittore e molto
ingegnoso. Il quale nato di padre povero, e rimaso piccol fanciullo

abbandonato da' suoi parenti, fu dalla virtù sola guidato e governato. La
quale egli, come sua legittima madre, conobbe sempre, e quella onorò del
continovo. E l'osservazione dell'arte della pittura fu talmente seguita da lui

con ogni studio, che fu cagione di fare nel tempo suo quegli ornamenti
tanto egregii e lodati, che hanno accresciuto come a Genova et al principe
Doria. Laonde si può senza dubbio credere che il cielo solo sia quello che
conduca gli uomini da quella infima bassezza dove nascono, al sommo
della grandezza dove eglino ascendono quando, con l'opere loro

affaticandosi, mostrano essere seguitatori delle scienze che pigliano a
imparare; come pigliò e seguitò per sua Perino l'arte del disegno, nella
quale mostrò eccellentissimamente e con grazia, somma perfezzione. E

nelli stucchi non solo paragonò gli antichi, ma tutti gli artefici moderni in
quel che abbraccia tutto il genere della pittura, con tutta quella bontà che
può maggiore desiderarsi da ingegno umano che voglia far conoscere, nelle
difficultà di quest'arte, la bellezza, la bontà e la vaghezza e leggiadria ne'
colori e negli altri ornamenti. Ma vegnamo più particolarmente a l'origine

sua.

Fu nella città di Fiorenza un Giovanni Buonaccorsi che, nelle guerre di Carlo
Ottavo re di Francia, come giovane et animoso e liberale, in servitù con
quel principe, spese tutte le facultà sue nel soldo e nel giuoco, et in ultimo
ci lasciò la vita. A costui nacque un figliuolo, il cui nome fu Piero, che
rimasto piccolo di due mesi per la madre morta di peste, fu con

grandissima miseria allattato da una capra in una villa infino che il padre,
andato a Bologna, riprese una seconda donna, alla quale erano morti di
peste i figliuoli et il marito. Costei con il latte appestato finì di nutrire Piero,

chiamato Pierino per vezzi, come ordinariamente per li più si costuma
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