Page 997 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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a questo non era manco bella figura che il San Paolo. Adunque ognuno
confortavano Perino a fare, perché avevano caro veder questa maniera di
Roma; oltreché molti dicevano che egli sarebbe cagione di levar loro del
capo questa fantasia, tenuta nel cervello tante decine d'anni, e che s'ella
fusse meglio, tutti correrebbono a le cose moderne. Per il che, persuaso
Perino da quel maestro, che gli disse in ultimo che non doveva mancarne,
per la persuasione e piacere di tanti begli ingegni, oltre che elle erano due
settimane di tempo quelle che a fresco conducevano una figura, e che loro
non mancherebbono spender gli anni in lodare le sue fatiche, si risolvette
di fare, se bene colui che diceva così era d'animo contrario, persuadendosi
che egli non dovesse fare però cosa molto miglior di quello che facevano
allora quegli artefici che tenevano il grado de' più eccellenti. Accettò Perino
di far questa prova, e chiamato di concordia Messer Giovanni da Pisa priore
del convento, gli dimandarono licenzia del luogo per far tal opera, che
invero di grazia e cortesemente lo concedette loro; e così preso una misura
del vano, con le altezze e larghezze, si partirono. Fu dunque fatto da Perino
in un cartone un Apostolo in persona di S. Andrea e finito
diligentissimamente, onde era già Perino risoluto voler dipignerlo, et avea
fatto fare l'armatura per cominciarlo; ma inanzi a questo nella venuta sua
molti amici suoi, che avevano visto in Roma eccellentissime opere sue, gli
avevano fatto allogare quell'opera a fresco ch'io dissi, acciò lasciasse di sé
in Fiorenza qualche memoria di sua mano che avesse a mostrare la
bellezza e la vivacità dell'ingegno che egli aveva nella pittura, et acciò che
fusse cognosciuto e forse, da chi governava allora, messo in opera in
qualche lavoro d'importanza.
Erano in Camaldoli di Fiorenza allora uomini artefici che si ragunavano a
una Compagnia, nominata de' Martiri, i quali avevano avuto voglia più
volte di far dipignere una facciata, che era in quella, drentovi la storia di
essi martiri quando e' sono condennati alla morte dinanzi a' due imperadori
romani che, dopo la battaglia e presa loro, gli fanno in quel bosco
crocifiggere e sospender a quegli alberi. La quale storia fu messa per le
mani a Perino, et ancora che il luogo fusse discosto et il prezzo piccolo, fu
di tanto potere l'invenzione della storia e la facciata che era assai grande,
che egli si dispose a farla; oltreché egli ne fu assai confortato da chi gli era
amico, atteso che questa opera lo metterebbe in quella considerazione che
meritava la sua virtù fra i cittadini che non lo conoscevano, e fra gli artefici
suoi in Fiorenza, dove non era conosciuto se non per fama. Deliberatosi
dunque a lavorare, prese questa cura, e fattone un disegno piccolo, che fu
tenuta cosa divina, e messo mano a fare un cartone grande quanto l'opera,
lo condusse (non si partendo d'intorno a quello) a un termine che tutte le
figure principali erano finite del tutto. E così l'Apostolo si rimase indietro,