Page 1004 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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conoscer la sua perfezzione, e tanto più che Perino cercò di dipignerla con
una maniera oscura, onde avrebbe bisogno di gran lume. Senza i disegni,
che e' fece de la maggior parte della Eneide con le storie di Didone, che se
ne fece panni d'arazzi, e similmente i begli ornamenti disegnati da lui nelle
poppe delle galee, intagliati e condotti a perfezzione dal Carota e dal
Tasso, intagliatori di legname fiorentini, i quali eccellentemente
mostrarono quanto e' valessino in quell'arte. Oltre tutte queste cose, dico,
fece ancora un numero grandissimo di drapperie per le galee del prencipe
et i maggiori stendardi che si potessi fare per ornamento e bellezza di
quelle. Laonde fu per le sue buone qualità tanto amato da quel prencipe
che, se egli avesse atteso a servirlo, arebbe grandemente conosciuta la
virtù sua.
Mentre che egli lavorò in Genova, gli venne fantasia di levar la moglie di
Roma, e così comperò in Pisa una casa, piacendoli quella città, e quasi
pensava, invecchiando, elegger quella per sua abitazione. Essendo dunque
in quel tempo Operaio del Duomo di Pisa Messer Antonio di Urbano, il
quale aveva desiderio grandissimo d'abbellir quel tempio, aveva fatto fare
un principio d'ornamenti di marmo molto belli per le cappelle della chiesa,
levando alcune vecchie e goffe che v'erano e senza proporzione, le quali
aveva condotte di sua mano Stagio da Pietra Santa, intagliatore di marmi
molto pratico e valente. E così dato principio, l'Operaio pensò di riempier
dentro i detti ornamenti di tavole a olio, e fuora seguitare a fresco storie e
partimenti di stucchi, e di mano de' migliori e più eccellenti maestri che egli
trovasse, senza perdonare a spesa che ci fussi potuta intervenire; per che
egli aveva già dato principio alla sagrestia e l'aveva fatta nella nicchia
principale dietro a l'altar maggior, dove era finito già l'ornamento di marmo
e fatti molti quadri da Giovann'Antonio Sogliani pittore fiorentino, il resto
de' quali, insieme con le tavole e cappelle che mancavano, fu poi doppo
molti anni fatto finire da Messer Sebastiano della Seta, Operaio di quel
Duomo.
Venne in questo tempo in Pisa, tornando da Genova, Perino e visto questo
principio per mezzo di Batista del Cervelliera, persona intendente nell'arte
e maestro di legname, in prospettive et in rimessi ingegnosissimo, fu
condotto all'Operaio; e discorso insieme delle cose dell'Opera del Duomo,
fu ricerco che a un primo ornamento dentro alla porta ordinaria che s'entra
dovessi farvi una tavola, che già era finito l'ornamento, e sopra quella una
storia, quando San Giorgio ammazzando il serpente libera la figliuola di
quel re. Così, fatto Perino un disegno bellissimo, che faceva in fresco un
ordine di putti e d'altri ornamenti fra l'una cappella e l'altra, e nicchie con
Profeti e storie in più maniere, piacque tal cosa all'Operaio, e così, fatto il
cartone d'una di quelle, cominciò a colorir quella prima, dirimpetto alla