Page 1125 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Iustizia, la quale è a sedere et ha in mano lo scetro e la cicogna, sopra le
palle con l'arme e le leggi attorno, e di sotto nel parapetto è la Geometria.
Nell'ultima parte da basso, che è intorno alle finestre inginocchiate et alla
porta, è Lia in una nicchia per la Vita attiva e dall'altra banda del
medesimo luogo l'Industria che ha un corno di dovizia e due stimoli in
mano. Di verso la porta è una storia, dove molti fabricanti, architetti e
scarpellini hanno innanzi la porta di Cosmopoli, città edificata dal signor
duca Cosimo nell'isola dell'Elba, col ritratto di Porto Ferrai. Fra questa
storia et il fregio, dove sono l'Arti liberali, è il lago Trasimeno, al quale
sono intorno ninfe ch'escono dell'acqua, con tinche, lucci, anguille e lasche,
et allato al lago è Perugia in una figura ignuda, avendo un cane in mano lo
mostra a una Fiorenza ch'è dall'altra banda che corrisponde a questa, con
un Arno a canto che l'abbraccia e gli fa festa. E sotto questa è la Vita
contemplativa in un'altra storia, dove molti filosofi et astrologhi misurano il
cielo e mostrano di fare la natività del Duca, et a canto, nella nicchia che è
rincontro a Lia, è Rachel sua sorella, figliuola di Laban, figurata per essa
Vita contemplativa. L'ultima storia, la quale anch'essa è in mezzo a due
nicchie e chiude il fine di tutta l'invenzione, è la Morte, la quale sopra un
caval secco e con la falce in mano, avendo seco la guerra, la peste e la
fame, corre addosso ad ogni sorte di gente. In una nicchia è lo dio Plutone
et a basso Cerbero cane infernale, e nell'altra è una figura grande che
resuscita il dì novissimo d'un sepolcro. Dopo le quali tutte cose fece
Cristofano, sopra i frontespizii delle finestre inginocchiate, alcuni ignudi che
tengono l'imprese di sua eccellenza, e sopra la porta un'arme ducale, le cui
sei palle sono sostenute da certi putti ignudi, che volando s'intrecciano per
aria. E per ultimo nei basamenti da basso, sotto tutte le storie, fece il
medesimo Cristofano l'impresa di esso Messer Sforza, cioè alcune aguglie o
vero piramidi triangolari che posano sopra tre palle, con un motto intorno
che dice: "Inmobilis". La quale opera finita fu infinitamente lodata da sua
eccellenza e da esso Messer Sforza, il quale come gentilissimo e cortese,
voleva con un donativo d'importanza ristorare la virtù e fatica di Cristofano,
ma egli nol sostenne, contentandosi e bastandogli la grazia di quel signore,
che sempre l'amò quanto più non saprei dire.
Mentre che quest'opera si fece, il Vasari, sì come sempre avea fatto per
l'adietro, tenne con esso seco Cristofano in casa del signor Bernardetto de'
Medici al quale, perciò che vedeva quanto si dilettava della pittura, fece
esso Cristofano in un canto del giardino due storie di chiaro scuro: l'una fu
il rapimento di Proserpina e l'altra Vertunno e Pomona dèi dell'agricoltura,
et oltre ciò fece in quest'opera Cristofano alcuni ornamenti di termini e
putti tanto belli e varii, che non si può veder meglio. Intanto essendosi
dato ordine in palazzo di cominciare a dipignere, la prima cosa a che si