Page 1127 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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pampani, e quei del Verno di cipolle, rape, radici, carote, pastinache e
foglie secche, senza che egli colorì a olio nel quadro di mezzo, dove è il
carro d'Opi, quattro leoni che lo tirano, tanto belli, che non si può far
meglio, et invero nel fare animali non aveva paragone. Nella camera poi di

Cerere, che è a lato a questa, fece in certi angoli alcuni putti e festoni belli
affatto, e nel quadro del mezzo, dove il Vasari aveva fatto Cerere cercante
Proserpina con una face di pino accesa e sopra un carro tirato da due
serpenti, condusse molte cose a fine Cristofano di sua mano, per esser in

quel tempo il Vasari amalato et aver lasciato fra l'altre cose quel quadro
imperfetto. Finalmente venendosi a fare un terrazzo, che è dopo la camera
di Giove et allato a quella di Opi, si ordinò di farvi tutte le cose di Giunone,
e così fornito tutto l'ornamento di stucchi con ricchissimi intagli e varii

componimenti di figure, fatti secondo i cartoni del Vasari, ordinò esso
Vasari che Cristofano conducesse da sé solo in fresco quell'opera,
disiderando, per esser cosa che aveva a vedersi da presso e di figure non
più grandi che un braccio, che facesse qualche cosa di bello in quello che

era sua propria professione. Condusse dunque Cristofano in un ovato della
volta uno sposalizio con Iunone in aria e dall'uno de' lati in un quadro Ebe,
dea della gioventù, e nell'altro Iride, la quale mostra in cielo l'arco celeste.
Nella medesima volta fece tre altri quadri, due per riscontro et un altro

maggiore alla dirittura dell'ovato, dove è lo sposalizio, nel quale è Giunone
sopra il carro a sedere tirato dai pavoni. In uno degl'altri due che mettono
in mezzo questo è la dea della Potestà e nell'altro l'Abondanza col corno
della copia a' piedi; sotto sono nelle faccie in due quadri, sopra l'entrare di

due porte, due altre storie di Giunone: quando converte la figliuola d'Inaco
fiume in vacca e Calisto in orsa. Nel fare della quale opera pose sua
eccellenza grandissima affezzione a Cristofano veggendolo diligente e
sollecito oltre modo a lavorare, perciò che non era la mattina a fatica

giorno, che Cristofano era comparso in sul lavoro, del quale avea tanta
cura e tanto gli dilettava, che molte volte non si forniva di vestire per
andar via, e tal volta, anzi spesso, avvenne che si mise per la fretta un
paio di scarpe (le quali tutte teneva sotto il letto) che non erano

compagne, ma di due ragioni, et il più delle volte aveva la cappa a rovescio
e la caperuccia dentro. Onde una mattina comparendo a buon'ora in
sull'opera, dove il signor Duca e la signora Duchessa si stavano guardando
et apparecchiandosi d'andare a caccia, mentre le dame e gli altri si

mettevano a ordine, s'avvidero che Cristofano al suo solito aveva la cappa
a rovescio et il cappuccio di dentro, per che ridendo ambidue, disse il Duca:
"Cristofano, che vuol dir questo portar sempre la cappa a rovescio?".
Rispose Cristofano: "Signore, io nol so, ma voglio un dì trovare una foggia

di cappe che non abbino né diritto né rovescio, e siano da ogni banda a un
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