Page 1126 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mise mano fu una sala delle stanze nuove, la quale, essendo larga braccia
venti e non avendo disfogo, secondo che l'aveva fatta il Tasso, più di nove
braccia, con bella invenzione fu alzata tre, cioè insino a dodici in tutto, dal
Vasari senza muovere il tetto, che era la metà a padiglione. Ma perché in

ciò fare, prima che si potesse dipignere andava molto tempo in rifare i
palchi et altri lavori di quella e d'altre stanze, ebbe licenza esso Vasari
d'andare a starsi in Arezzo due mesi insieme con Cristofano, ma non gli
venne fatto di potere in detto tempo riposarsi, conciò sia che non poté

mancare di non andare in detto tempo a Cortona, dove nella Compagnia
del Gesù dipinse la volta e le facciate in fresco insieme con Cristofano, che
si portò molto bene, e massimamente in dodici sacrificii variati del
Testamento Vecchio, i quali fecero nelle lunette fra i peducci delle volte.

Anzi per meglio dire fu quasi tutta questa opera di mano di Cristofano, non
avendovi fatto il Vasari che certi schizzi, disegnato alcune cose sopra la
calcina e poi ritocco tal volta alcuni luoghi, secondo che bisognava. Fornita
quest'opera che non è se non grande, lodevole e molto ben condotta, per

la molta varietà delle cose che vi sono, se ne tornarono amendue a
Fiorenza del mese di gennaio, l'anno 1555, dove, messo mano a dipignere
la sala degl'Elementi, mentre il Vasari dipigneva i quadri del palco,
Cristofano fece alcune imprese che rilegano i fregi delle travi per lo ritto,

nelle quali sono teste di capricorno e testuggini con la vela, imprese di sua
eccellenza. Ma quello in che si mostrò costui maraviglioso furono alcuni
festoni di frutte, che sono nella fregiatura della trave dalla parte di sotto, i
quali sono tanto belli, che non si può veder cosa meglio colorita né più

naturale, essendo massimamente tramezzati da certe maschere, che
tengono in bocca le legature di essi festoni, delle quali non si possono
veder né le più varie né le più bizzarre; nella qual maniera di lavori si può
dire che fusse Cristofano superiore a qualunque altro n'ha fatto maggiore e

particulare professione. Ciò fatto, dipinse nelle facciate, ma con i cartoni
del Vasari, dove è il nascimento di Venere, alcune figure grandi et in un
paese molte figurine piccole, che furono molto ben condotte. Similmente
nella facciata dove gl'amori, piccioli fanciulletti, fabbricano le saette a

Cupido, fece i tre Ciclopi che battono i fulmini per Giove; e sopra sei porte
condusse a fresco sei ovati grandi con ornamenti di chiaro scuro, e dentro
storie di bronzo che furono bellissimi. E nella medesima sala colorì un
Mercurio et un Plutone fra le finestre, che sono parimente bellissimi.

Lavorandosi poi a canto a questa sala la camera della dea Opi, fece nel
palco in fresco le quattro stagioni, et oltre alle figure alcuni festoni che per
la loro varietà e bellezza furono maravigliosi; conciò sia che come erano
quelli della Primavera pieni di mille sorti fiori, così quelli della State erano

fatti con una infinità di frutti e biade; quelli dell'Autunno erano d'uve e
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