Page 1129 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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perché era grazioso di natura e diceva queste cose in quel suo linguaggio
borghese, arebbe fatto ridere il pianto.

Si dilettava d'andare il dì delle feste dove si vendevono leggende e pitture
stampate et ivi si stava tutto il giorno; e, se ne comperava alcuna, mentre
andava l'altre guardando le più volte le lasciava in qualche luogo, dove si
fusse appoggiato. Non volle mai, se non forzato, andare a cavallo ancor

che fusse nato nella sua patria nobilmente e fusse assai ricco. Finalmente
essendo morto Borgognone suo fratello e dovendo egli andare al Borgo, il
Vasari, che aveva riscosso molti danari delle sue provisioni e serbatigli, gli
disse: "Io ho tanti danari di vostro: è bene che gli portiate con esso voi, per

servirvene ne' vostri bisogni". Rispose Cristofano: "Io non vo' danari,
pigliategli per voi, che a me basta la grazia di starvi appresso e di vivere e
morire con esso voi". "Io non uso", replicò il Vasari, "servirmi delle fatiche
altrui; se non gli volete, gli manderò a Guido vostro padre." "Cotesto non

fate voi", disse Cristofano "perciò che gli manderebbe male, come è il
solito suo." In ultimo avendogli presi se n'andò al Borgo indisposto e con
mala contenteza d'animo, dove giunto, il dolore della morte del fratello, il
quale amava infinitamente, et una crudele scolatura di rene, in pochi

giorni, avuti tutti i Sacramenti della chiesa, si morì, avendo dispensato a'
suoi di casa et a molti poveri que' danari che aveva portato, affermando
poco anzi la morte che ella per altro non gli doleva se non perché lasciava
il Vasari in troppo grandi impacci e fatiche, quanti erano quelli a che aveva

messo mano nel palazzo del Duca. Non molto dopo avendo sua eccellenza
intesa la morte di Cristofano, e certo con dispiacere, fece fare in marmo la
testa di lui e con l'infrascritto epitaffio la mandò da Fiorenza al Borgo dove
fu posta in San Francesco.



D.O.M.

CHRISTOPHORO GHERARDO BURGENSI PINGENDI

ARTE PRAESTANTISSIMO

QUOD GEORGIUS VASARIUS ARETINUS HUIUS
ARTIS FACILE PRINCEPS IN EXORNANDO

COSMI FLORENTINORUM DUCIS PALATIO

ILLIUS OPERAM QUAM MAXIME

PROBAVERIT

PICTORES HETRUSCI POSUERE
OBIIT A. D. MDLVI. VIXIT AN. LVI. M. III. D. VI


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