Page 1170 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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perché gli piacquero, avuta cognizione di Bartolomeo lo volle condurre al
suo regno per servirsene con buona provisione in fortificare le sue terre,
ma non volendogli dare il Duca licenza, la cosa non ebbe altrimenti effetto.
Tornati poi a Urbino, non passò molto che Girolamo, suo padre, venne a
morte; onde Bartolomeo fu dal Duca messo in luogo del padre sopra tutte
le fabriche dello stato e mandato a Pesero, dove seguitò la fabrica di S.
Giovanni Battista col modello di Girolamo. Et in quel mentre fece nella
corte di Pesero un apartamento di stanze sopra la strada de' Mercanti,
dove ora abita il Duca, molto bello, con bellissimi ornamenti di porte, di
scale e di camini, delle qual cose fu eccellente architetto; il che avendo
veduto il Duca volle che anco nella corte d'Urbino facesse un altro
appartamento di camere, quasi tutto nella facciata che è volta verso San
Domenico, il quale finito riuscì il più bello alloggiamento di quella corte, o
vero palazzo, et il più ornato che vi sia.
Non molto dopo, avendolo chiesto i signori bolognesi per alcuni giorni al
Duca, sua eccellenza lo concedette loro molto volentieri, et egli andato, gli
servì in quello volevano di maniera che restarono sodisfattissimi et a lui
fecero infinite cortesie. Avendo poi fatto al Duca, che disiderava di fare un
porto di mare a Pesero, un modello bellissimo, fu portato a Vinezia in casa
il conte Giovan Iacomo Leonardi, allora ambasciadore in quel luogo del
Duca, acciò fusse veduto da molti della professione, che si riducevano
spesso con altri begl'ingegni a disputare e far discorsi sopra diverse cose in
casa il detto conte, che fu veramente uomo rarissimo. Quivi dunque
essendo veduto il detto modello et uditi i bei discorsi del Genga, fu da tutti
senza contrasto tenuto il modello artifizioso e bello et il maestro che
l'aveva fatto di rarissimo ingegno. Ma tornato a Pesero non fu messo il
modello altrimenti in opera perché nuove occasioni di molta importanza
levarono quel pensiero al Duca.
Fece in quel tempo il Genga il disegno della chiesa di Monte l'Abbate e
quello della chiesa di S. Piero in Mondavio, che fu condotta a fine da don
Pier Antonio Genga in modo che per cosa piccola non credo si possa veder
meglio. Fatte queste cose, non passò molto che essendo creato papa Giulio
Terzo e da lui fatto il duca d'Urbino capitan generale di Santa Chiesa, andò
sua eccellenza a Roma e con essa il Genga, dove volendo Sua Santità
fortificar borgo, fece il Genga a richiesta del Duca alcuni disegni bellissimi
che con altri assai sono appresso di sua eccellenza in Urbino. Per le quali
cose divolgandosi la fama di Bartolomeo, i genovesi, mentre che egli
dimorava col Duca in Roma, glielo chiesero per servirsene in alcune loro
fortificazioni, ma il Duca non lo volle mai concedere loro, né allora, né altra
volta che di nuovo ne lo ricercarono, essendo tornato a Urbino.