Page 1167 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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per suo disegno et opera fatto da Bartolomeo Ammannati fiorentino
scultore, allora molto giovane, la sepoltura del duca Francesco Maria in
Santa Chiara d'Urbino, che per cosa semplice e di poca spesa riuscì molto
bella. Medesimamente fu condotto da lui Battista Franco, pittore veniziano,
a dipignere la cappella grande del Duomo d'Urbino, quando per suo
disegno si fece l'ornamento dell'organo del detto Duomo che ancor non è
finito. E poco dappoi, avendo scritto il cardinale di Mantova al Duca che gli
dovesse mandare Girolamo perché voleva rassettare il suo Vescovado di
quella città, egli vi andò e rassettollo molto bene di lumi e di quanto
disiderava quel signore; il quale oltre ciò, volendo fare una facciata bella al
detto Duomo, gliene fece fare un modello che da lui fu condotto di tal
maniera, che si può dire che avanzasse tutte l'architetture del suo tempo;
perciò che si vede in quello grandezza, proporzione, grazia e composizione
bellissima. Essendo poi ritornato da Mantova già vecchio, se n'andò a stare
a una sua villa nel territorio d'Urbino, detta la Valle, per riposarsi e godersi
le sue fatiche; nel qual luogo, per non stare in ozio fece di matita una
conversione di San Paolo con figure e cavalli assai ben grandi e con
bellissime attitudini, la quale da lui con tanta pazienza e diligenza fu
condotta, che non si può dire né vedere la maggiore, sì come appresso
delli suoi eredi si vede, da' quali è tenuta per cosa preziosa e carissima.
Nel qual luogo stando con l'animo riposato, oppresso da una terribile
febbre, ricevuti ch'egli ebbe tutti i sacramenti della chiesa, con infinito
dolore di sua moglie e de' suoi figliuoli finì il corso di sua vita nel 1551, agli
11 di luglio, di età d'anni 75 incirca, dal qual luogo essendo portato a
Urbino fu sepolto onoratamente nel Vescovado innanzi alla cappella di San
Martino già stata dipinta da lui, con incredibile dispiacere de' suoi parenti e
di tutti i cittadini. Fu Girolamo uomo sempre da bene, in tanto che mai di
lui non si sentì cosa mal fatta; fu non solo pittore, scultore et architettore,
ma ancora buon musico. Fu bellissimo ragionatore et ebbe ottimo
trattenimento; fu pieno di cortesia e di amorevolezza verso i parenti et
amici, e quello di che merita non piccola lode, egli diede principio alla casa
dei Genghi in Urbino con onore, nome e facultà. Lasciò due figliuoli, uno de'
quali seguitò le sue vestigia et attese alla architettura nella quale, se da la
morte non fusse stato impedito, veniva eccellentissimo, sì come
dimostravano li suoi principii, e l'altro, che attese alla cura famigliare,
ancor oggi vive.
Fu, come s'è detto, suo discepolo Francesco Menzochi da Furlì, il quale
prima cominciò, essendo fanciulletto, a disegnare da sé, immitando e
ritraendo in Furlì nel Duomo una tavola di mano di Marco Parmigiano da
Forlì, che vi fé dentro una Nostra Donna, San Ieronimo et altri Santi, tenuta
allora, delle pitture moderne, la migliore, e parimente andava immitando