Page 1162 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1162





somma alcuni capitelli di marmo, più per accomodare Giandomenico suo
genero che per altro. Avendo dunque Giorgio Vasari, che portò sempre
amore al Mosca, trovatolo in Roma dove anch'egli era stato chiamato al
servizio del Papa, pensò ad ogni modo d'avergli a dare da lavorare, perciò

che avendo il cardinal vecchio di Monte, quando morì, lasciato agl'eredi che
se gli dovesse fare in San Piero a Montorio una sepoltura di marmo, et
avendo il detto papa Giulio suo erede e nipote ordinato che si facesse e
datone cura al Vasari, egli voleva che in detta sepoltura facesse il Mosca

qualche cosa d'intaglio straordinaria. Ma avendo Giorgio fatti alcuni modelli
per detta sepoltura, il Papa conferì il tutto con Michelagnolo Buonarruoti
prima che volessi risolversi; onde, avendo detto Michelagnolo a Sua Santità
che non s'impacciasse con intagli perché, se bene aricchiscono l'opere,

confondono le figure, là dove il lavoro di quadro, quando è fatto bene, è
molto più bello che l'intaglio e meglio accompagna le statue, perciò che le
figure non amano altri intagli attorno, così ordinò Sua Santità che si
facesse. Per che il Vasari non potendo dare che fare al Mosca in

quell'opera, fu licenziato e si finì senza intagli la sepoltura che tornò molto
meglio che con essi non arebbe fatto. Tornato dunque Simone a Orvieto, fu
dato ordine col suo disegno di fare nella crocera a sommo della chiesa due
tabernacoli grandi di marmo, e certo con bella grazia e proporzione; in uno

de' quali fece in una nicchia Raffaello Monte Lupo un Cristo ignudo di
marmo con la croce in ispalla e nell'altro fece il Moschino un S. Bastiano
similmente ignudo. Seguitandosi poi da far per la chiesa gl'Apostoli, il
Moschino fece della medesima grandezza S. Piero e S. Paulo, che furono

tenute ragionevoli statue. Intanto non si lasciando l'opera della detta
cappella della Visitazione, fu condotta tanto inanzi vivendo il Mosca, che
non mancava a farvi se non due uccelli, et anco questi non sarebbono
mancati, ma Messer Bastiano Gualtieri, vescovo di Viterbo, come s'è detto,

tenne occupato Simone in un ornamento di marmo di quattro pezzi, il quale
finito mandò in Francia al cardinale di Loreno che l'ebbe carissimo, essendo
bello a maraviglia e tutto pieno di fogliami e lavorato con tanta diligenza,
che si crede questa essere stata delle migliori che mai facesse Simone; il

quale non molto dopo che ebbe fatto questo si morì, l'anno 1554, d'anni
58, con danno non piccolo di quella chiesa d'Orvieto, nella quale fu
onorevolmente sotterrato. Dopo, essendo Francesco Moschino dagl'Operai
di quel medesimo Duomo eletto in luogo del padre, non se ne curando, lo

lasciò a Raffaello Monte Lupo e, andato a Roma, finì a Messer Ruberto
Strozzi due molto graziose figure di marmo, cioè il Marte e la Venere che
sono nel cortile della sua casa in Banchi. Dopo, fatta una storia di figurine
piccole, quasi di tondo rilievo, nella quale è Diana che con le sue ninfe si

bagna e converte Atteon in cervio, il quale è mangiato da' suoi proprii cani,
   1157   1158   1159   1160   1161   1162   1163   1164   1165   1166   1167