Page 1161 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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bande del mezzo tondo, nelle quali cose fé stupire e maravigliare ognuno.
Il che fu cagione che finita quella cappella, a Simone fu dagl'Operai del
Duomo dato a farne un'altra a similitudine di questa, dall'altra banda, acciò
meglio fusse accompagnato il vano della cappella dell'altare maggiore, con
ordine che, senza variare l'architettura, si variassono le figure, e nel mezzo
fusse la visitazione di Nostra Donna, la quale fu allogata al detto Moschino.
Convenuti dunque del tutto, misero il padre et il figliuolo mano all'opera,
nella quale, mentre si adoperarono, fu il Mosca di molto giovamento et
utile a quella città, facendo a molti disegni d'architettura per case et altri
edifizii. E fra l'altre cose fece in quella città la pianta e la facciata della
casa di Messer Raffaello Gualtieri, padre del vescovo di Viterbo, e di Messer
Felice, ambi gentiluomini e signori onorati e virtuosissimi; et alli signori
conti della Cervara similmente le piante d'alcune case. Il medesimo fece in
molti de' luoghi a Orvieto vicini et in particolare il signor Pirro Colonna da
Stripicciano, i modelli di molte fabriche e muraglie. Facendo poi fare il Papa
in Perugia la fortezza dove erano state le case de' Baglioni, Antonio San
Gallo, mandato per il Mosca, gli diede carico di fare gl'ornamenti, onde
furono con suo disegno condotte tutte le porte, finestre, camini et altre sì
fatte cose, et in particolare due grandi e bellissime armi di Sua Santità.
Nella quale opera avendo Simone fatto servitù con Messer Tiberio Crispo
che vi era castellano, fu da lui mandato a Bolsena dove, nel più alto luogo
di quel castello riguardante il lago, accomodò parte in sul vecchio e parte
fondando di nuovo, una grande e bella abitazione con una salita di scale
bellissima e con molti ornamenti di pietra. Né passò molto che, essendo
detto Messer Tiberio fatto castellano di Castel Santo Agnolo, fece andare il
Mosca a Roma, dove si servì di lui in molte cose nella rinovazione delle
stanze di quel castello. E fra l'altre cose gli fé fare sopra gl'archi che
imboccano la loggia nuova, la quale volta verso i prati, due armi del detto
Papa di marmo, tanto ben lavorate e traforate nella mitra o vero regno,
nelle chiavi et in certi festoni e mascherine, ch'elle sono maravigliose.
Tornato poi ad Orvieto per finire l'opera della cappella, vi lavorò
continuamente tutto il tempo che visse papa Paulo, conducendola di sorte,
ch'ella riuscì, come si vede, non meno eccellente che la prima e forse molto
più. Perciò che portava il Mosca, come s'è detto, tanto amore all'arte e
tanto si compiaceva nel lavorare, che non si faticava mai di fare, cercando
quasi l'impossibile, e ciò per disiderio di gloria che d'accumulare oro,
contentandosi più di bene operare nella sua professione che d'acquistare
roba.
Finalmente, essendo l'anno 1550 creato papa Giulio Terzo, pensandosi che
dovesse metter mano da dovero alla fabrica di San Piero, se ne venne il
Mosca a Roma e tentò con i deputati della fabrica di S. Piero di pigliare in