Page 1165 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Partitosi poi da Urbino, se n'andò a Roma, dove in strada Giulia, in Santa
Caterina da Siena, fece di pittura una Resurrezzione di Cristo, nella quale si
fece cognoscere per raro et eccellente maestro, avendola fatta con
disegno, bell'attitudine di figure, scorti e ben colorita, sì come quelli che

sono della professione che l'hanno veduta ne possono far bonissima
testimonianza. E stando in Roma attese molto a misurare di quelle
anticaglie, sì come ne sono scritti appresso de' suoi eredi.

In questo tempo, morto il duca Guido e successo Francesco Maria duca
Terzo d'Urbino, fu da lui richiamato da Roma e constretto a ritornare a
Urbino in quel tempo che 'l predetto Duca tolse per moglie e menò nel

stato Leonora Gonzaga, figliuola del marchese di Mantova, e da sua
eccellenza fu adoperato in far archi trionfali, apparati e scene di commedie,
che tutto fu da lui tanto ben ordinato e mezzo in opera, che Urbino si
poteva assimigliare a una Roma trionfante; onde ne riportò fama et onore

grandissimo. Essendo poi col tempo il Duca cacciato di stato, da l'ultima
volta che se ne andò a Mantova, Girolamo lo seguitò sì come prima avea
fatto nelli altri esilii, correndo una medesima fortuna e riducendosi con la
sua famiglia in Cesena, dove fece in Sant'Agostino all'altare maggiore una

tavola a olio, in cima della quale è una Annunziata e poi di sotto un Dio
Padre e più a basso una Madonna con un Putto in braccio in mezzo ai
quattro Dottori della Chiesa, opera veramente bellissima e da essere
stimata. Fece poi in Forlì a fresco, in San Francesco, una cappella a man

dritta, dentrovi l'Assunzione della Madonna con molti Angeli e figure a
torno, cioè Profeti et Apostoli, che in questa anco si cognosce in quanto
mirabile ingegno fusse, perché l'opera fu giudicata bellissima. Fecevi anco
la storia dello Spirito Santo per Messer Francesco Lombardi, medico, che fu

l'anno 1512 ed egli la finì, et altre opere per la Romagna, delle quali ne
riportò onore e premio. Essendo poi ritornato il Duca nello stato, se ne
tornò anco Girolamo e da esso fu trattenuto ed adoperato per architetto e
nel restaurare un palazzo vecchio e farli giunta d'altra torre nel monte

dell'Imperiale sopra Pesaro. Il qual palazzo per ordine e disegno del Genga
fu ornato di pittura d'istorie e fatti del Duca, da Francesco da Forlì, da
Raffael dal Borgo, pittori di buona fama, e da Cammillo Mantovano, in far
paesi e verdure rarissimo, e fra li altri vi lavorò anco Bronzino fiorentino

giovinetto, come si è detto nella vita del Puntormo. Essendovi anco
condotti i Dossi ferraresi, fu allogata loro una stanza a dipignere; ma
perché finita che l'ebbero non piacque al Duca, fu gittata a terra e fatta
rifare dalli sopra nominati. Fecevi poi la torre alta 120 piedi con 13 scale di

legno da salirvi sopra, accomodate tanto bene e nascoste nelle mura che si
ritirano di solaro in solaro agevolmente, il che rende quella torre fortissima
e maravigliosa. Venendo poi voglia al Duca di voler fortificare Pesaro et
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