Page 1158 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1158
fogliami, tutto traforato e pien d'uccelli, tanto ben fatti, che paiano in aria
volanti, onde è cosa maravigliosa vedere le piccole gambe di quelli, non
maggiori del naturale, essere tutte tonde e staccate dalla pietra, in modo
che pare impossibile. E nel vero, quest'opera pare più tosto miracolo che
artifizio. Vi fece oltre ciò in un festone alcune foglie e frutte, così spiccate e
fatte con tanta diligenza sottili, che vincono in un certo modo le naturali. Il
fine poi di quest'opera sono alcune mascherone e candellieri veramente
bellissimi; e se bene non dovea Simone in un'opera simile mettere tanto
studio, dovendone essere scarsamente pagato da coloro che molto non
potevano, nondimeno, tirato dall'amore che portava all'arte e dal piacere
che si ha in bene operando, volle così fare; ma non fece già il medesimo
nell'acquaio de' medesimi, però che lo fece assai bello, ma ordinario.
Nel medesimo tempo aiutò fare a Piero di Sobisso, che molto non sapea,
molti disegni di fabriche, di piante di case, porte, finestre et altre cose
attenenti a quel mestiero. In sulla cantonata degl'Albergotti, sotto la scuola
e studio del comune, è una finestra fatta col disegno di costui assai bella.
Et in Pelliceria ne son due nella casa di ser Bernardino Serragli, et in sulla
cantonata del palazzo de' Priori è di mano del medesimo un'arme grande di
macigno di papa Clemente Settimo. Fu condotta ancora di suo ordine e
parte da lui medesimo una cappella di macigno d'ordine corinto, per
Bernardino di Cristofano da Giuovi, che fu posta nella Badia di Santa Fiore,
monasterio assai bello in Arezzo di monaci Neri. In questa cappella voleva
il padrone far fare la tavola ad Andrea del Sarto e poi al Rosso, ma non gli
venne fatto perché, quando da una cosa e quando da altra impediti, non lo
poterono servire. Finalmente voltosi a Giorgio Vasari ebbe anco con esso
lui delle difficultà e si durò fatica a trovar modo che la cosa si
accomodasse. Perciò che, essendo quella cappella intitolata in San Iacopo
et in San Cristofani, vi voleva colui la Nostra Donna col Figliuolo in collo e
poi al San Cristofano gigante un altro Cristo piccolo sopra la spalla, la quale
cosa, oltre che parea mostruosa, non si poteva accomodare né fare un
gigante di sei in una tavola di quattro braccia. Giorgio adunque, disideroso
di servire Bernardino, gli fece un disegno di questa maniera: pose sopra le
nuvole la Nostra Donna con un sole dietro le spalle et in terra fece San
Cristofano ginocchioni, con una gamba nell'acqua da uno de' lati della
tavola, e l'altra in atto di moverla per rizzarsi, mentre la Nostra Donna gli
pone sopra le spalle Cristo fanciullo con la palla del mondo in mano; nel
resto della tavola poi aveva da essere accomodato in modo San Iacopo e
gl'altri Santi, che non si sarebbono dati noia. Il quale disegno piacendo a
Bernardino, si sarebbe messo in opera, ma perché in quello si morì, la
cappella si rimase a quel modo agl'eredi, che non hanno fatto altro. Mentre
dunque che Simone lavorava la detta cappella, passando per Arezzo