Page 1154 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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persone dotte e letterate, cioè quello volesse significare in quella parte
dove è Cristo in alto, che risuscita i morti, e sotto i piedi ha Dio padre che
crea Adamo et Eva. Oltre ciò in uno de' canti dove sono i quattro
Evangelisti nudi con libri in mano, non mi pare, anzi in niun luogo,

osservato né ordine di storia, né misura, né tempo, né varietà di teste, non
cangiamento di colori di carni, et insimma non alcuna regola, né
proporzione, né alcun ordine di prospettiva: ma pieno ogni cosa d'ignudi,
con un ordine, disegno, invenzione, componimento, colorito e pittura fatta

a suo modo, con tanta malinconia e con tanto poco piacere di chi guarda
quell'opera, ch'io mi risolvo, per non l'intendere ancor io, se ben son
pittore, di lasciarne far giudizio a coloro che la vedranno; perciò che io
crederei impazzarvi dentro et avvilupparmi, come mi pare, che in undici

anni di tempo che egli ebbe, cercass'egli di avviluppare sé e chiunque vede
questa pittura con quelle così fatte figure. E se bene si vede in questa
opera qualche pezzo di torso che volta le spalle o il dinanzi et alcune
apiccature di fianchi, fatte con maraviglioso studio e molta fatica da

Iacopo, che quasi di tutte fece i modelli di terra tondi e finiti, il tutto
nondimeno è fuori della maniera sua, e come pare quasi a ognuno, senza
misura, essendo nella più parte i torsi grandi e le gambe e braccia piccole,
per non dir nulla delle teste, nelle quali non si vede punto punto di quella

bontà e grazia singolare che soleva dar loro con pienissima sodisfazione di
chi mira l'altre sue pitture. Onde pare che in questa non abbia stimato se
non certe parti, e dell'altre più importanti non abbia tenuto conto niuno. Et
insomma, dove egli aveva pensato di trapassare in questa tutte le pitture

dell'arte, non arrivò a gran pezzo alle cose sue proprie fatte ne' tempi a
dietro. Onde si vede che chi vuol strafare e quasi sforzare la natura, rovina
il buono che da quella gli era stato largamente donato. Ma che si può o
deve se non avergli compassione, essendo così gl'uomini delle nostre arti

sottoposti all'errare come gl'altri? Et il buon Omero, come si dice, anch'egli
tal volta s'adormenta. Né sarà mai che in tutte l'opere di Iacopo (sforzasse
quanto volesse la natura) non sia del buono e del lodevole. E perché se
morì poco avanti che al fine dell'opera, affermano alcuni che fu morto dal

dolore, restando in ultimo malissimo sodisfatto di se stesso. Ma la verità
che essendo vecchio e molto affaticato dal far ritratti, modelli di terra e
lavorare tanto in fresco, diede in una idropisia che finalmente l'uccise
d'anni 65. Furono dopo la costui morte trovati in casa sua molti disegni,

cartoni e modelli di terra bellissimi, et un quadro di Nostra Donna stato da
lui molto ben condotto, per quello che si vide, e con bella maniera molti
anni inanzi, il quale fu venduto poi dagl'eredi suoi a Piero Salviati. Fu
sepolto Iacopo nel primo chiostro della chiesa de' frati de' Servi, sotto la

storia che egli già fece della Visitazione, e fu onoratamente accompagnato
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